Paolo Giaccone, un eroe normale. La figura del medico legale ucciso dalla mafia nel 1982 tra i viali del Policlinico di Palermo - che in seguito venne intitolato alla sua memoria – è stata ricordata nei giorni scorsi dal Centro studi che porta il suo nome nel corso di un convegno che si è tenuto nei locali dell'Istituto Cei, scuola frequentata dal professore. L'iniziativa, realizzata anche grazie al sostegno dell'istituto bancario Credem di Palermo, ha visto una folta partecipazione.
Tanti gli intereventi che si sono susseguiti, moderati dalla nostra giornalista Marta Genova e che hanno coivolto generazioni diverse e quindi quei ragazzi che ancora non erano nati quando accadde il fatto e chi invece lo ha conosciuto personalmente.
Grandi emozioni per questa giornata che ha voluto ricordare la figura di un uomo che non si è piegato alla mafia, che ha fatto quello che ogni uomo dovrebbe fare, essere onesto e giusto. Che non volle modificare la perizia su un'impronta digitale, quella di Giuseppe Marchese, il killer della strage di natale di Bagheria del 1981. Quella perizia portò alla condanna dell'assassino e a quella di Paolo Giaccone, eroe normale.
Al tavolo dei relatori c'era il presidente del Tribunale di Palermo Leonardo Guarnotta che tante volte si rivolse proprio a Giaccone per le perizie e duqnue per arrivare alla soluzione delle indagini, il procuratore aggiunto di Caltanissetta Nico Gozzo, Il preside della facoltà di Medicina di Palermo Giacomo De Leo, il presidente Alfonso Giordano, Padre Beneduce rettore del Cei, l'antropologo Ignazio Buttitta, il professore emerito Matteo Marrone e il direttore dell'Istituto di Medicina legale del Poclinico Giaccone, Paolo procaccianti. Agnese Borsellino, moglie di Paolo, ha rivolto un suo messaggio ai giovani che è stato il pm Gozzo a leggere. Il presidente del centro studi, Luigi Furitano rispondendo agi studenti che gli chiedevano che fine avesse fatto l'avvocato che contattò telefonicamente Paolo Giaccone, invitandolo a modificare la perizia, haricordato un drammatico anneddoto, leggendo l'email che l'avvocato Salvatore Chiaracane, questo è il nome, ha inviato anni fa al giornalista Salvo Palazzolo che voleva ntervistarlo. Un messaggio quello di Chiaracane pieno di sprezzo per uomini come Giaccone che per lui non erano eroi : "Chiaracane - che tutt'ora vive a Caracas - ha detto Furitano - non merita di essere chiamato uomo".