Crocetta lo dice ormai da giorni che "ventuno giornalisti nell'ufficio stampa della Regione sono troppi" e che "ne basterebbero quattro o cinque". Oggi alla personale battaglia del presidente della Regione si aggiunge un capitolo, seguente alle nuove bordate lanciate dal governatore in merito: "Sono decaduti ai sensi della legge il giorno del mio insediamento'', dice Crocetta facendo riferimento alla natura fiduciaria dell'incarico di addetto stampa. ''Non voglio prendermi la responsabilità morale di questi sprechi. Parliamo di 3,2 milioni di euro all'anno con cui si possono pagare almeno 200 precari'', aggiunge poi.
Parole che hanno provocato la reazione del comitato di redazione dell'ufficio stampa, assieme a quelle dei sindacati. "Abbiamo chiesto, già martedì scorso, un incontro urgente al presidente Crocetta per presentare la redazione e discutere della riorganizzazione dell'ufficio, in un'ottica di ottimizzazione delle risorse, ma ancora attendiamo che ci convochi – scrive il Cdr – Riteniamo che qualsiasi decisione non possa essere assunta se non attraverso il rispetto delle norme previste dal contratto di lavoro dei giornalisti, a noi applicato, e dallo Statuto dei lavoratori".
Federazione nazionale della stampa e Assostampa Sicilia non si discostano dal tono critico usato dall'organo sindacale interno all'ufficio stampa della Regione, sul "concetto di licenziamento a distanza": ''Dispiace dovere constatare che il neo presidente Crocetta – si legge in una nota congiunta - non sappia cogliere la chiara differenza tra i giornalisti che compongono un ufficio stampa istituzionale previsto dalla legge e che, anche ai sensi della legge 150, devono garantire la trasparenza degli atti amministrativi dell'Ente, e il ruolo dei portavoce che devono invece farsi atarassici interpreti del pensiero del capo dell'amministrazione di turno".