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Vucciria. Parte dal Genio di Palermo il recupero dell'area

 

lapide garraffoIl restauro della lapide marmorea in Piazza Garraffo, opera di Paolo Amato risalente al 1698, restituisce alla città un importante 'documento' storico e artistico. L'iniziativa, curata e promossa dalla Fondazione Salvare Palermo, è inserita all'interno del progetto di riqualificazione complessiva della piazza, promosso dal Fai col Comune di Palermo, che ha già compiuto il restauro del complesso scultoreo del Genio, presentato alla cittadinanza nel corso della stessa mattinata. L'edicola marmorea era stata segnalata in occasione della V edizione del Censimento 'I Luoghi del Cuore', promosso dal FAI in collaborazione con Intesa Sanpaolo, così permettendo di raccogliere fondi destinati al suo recupero.
Due interventi inerenti il restauro a cura del prof. Vincenzo Abbate, 'Il restauro della Lapide marmorea di Paolo Amato (1698)', e dell'architetto Rosalia Guzzo, 'Il restauro del Genio di Palermo'.
I LAVORI DI RESTAURO
Realizzati, tra il 27 maggio e il 10 agosto 2013, dai restauratori Giuseppe Milazzo e Rossella Licciardi, sotto la guida del prof. Franco Fazzio. L'iniziativa, annunciata due anni fa dall'allora presidente Salvatore Butera in occasione della 'Festa alla piazza' organizzata dal Fai il 16 ottobre 2011, ha impegnato fondi provenienti dal cinque per mille dell'anno 2010. Il restauro testimonia, ancora una volta, l'importante impegno della Fondazione nel tutelare e valorizzare il prezioso patrimonio storico-artistico siciliano, e in particolare per lo storico quartiere Vucciria all'interno del quale Salvare Palermo si è fatta promotrice di svariate azioni come l'organizzazione del grande convegno-mostra nel 2005 'Alla ricerca di nuove strategie per la rigenerazione del quartiere della Vucciria'.
LA LAPIDE
«La lapide ‒ scrive l'architetto Renata Prescia, curatrice del restauro ‒ posta dentro una fastosa cornice barocca disegnata da Paolo Amato e scolpita da Gioacchino Vitagliano, ci ricorda, attraverso l'iscrizione composta dal gesuita Ignazio De Vio, che in quell'anno un'altra più splendida fontana posta al centro della piazzetta (oggi in piazza Marina) aveva sostituito l'antica fonte parietale. L'insieme di marmo bianco e pietra di Billiemi, è dominato in cima da un'aquila ad ali spiegate e con in petto le insegne reali mentre, inseriti negli angoli superiori della targa, due scudi contengono, quello di destra, l'aquila palermitana, e quello di sinistra, lo stemma del viceré Pedro Colon, duca di Veraguas, discendente del grande navigatore Cristoforo Colombo, con il motto: «A Castilla y a Leòn nuevo mundo diò Colon».

Maggiori informazioni sul restauro visitare il sito della Fondazione www.salvarepalermo.it.