La liberalizzazione del settore, in atto già da alcuni anni, ha scatenato tra le numerose aziende la corsa all'incetta degli utenti. In questa "lotta all'ultima stipula", le ditte si avvalgono spesso di apposite agenzie, le quali a loro volta sub-appaltano, per pochi euro a contratto, il servizio a giovani disoccupati che pur di incassare il misero aggio ricorrono a qualsiasi espediente fino a falsificare le firme dei loro (potenziali) clienti.
A far scattare l'ultima indagine conclusa dagli uomini guidati dal Dirigente del Commissariato di Cefalù Manfredi Borsellino è stata una anziana signora cefaludese, vittima di un rappresentante di Enel-energia (un giovane ventisettenne originario di Erice) che non ha esitato a falsificare grossolanamente la firma della donna in calce ad una proposta di contratto ed a indicare, quale recapito della cliente, addirittura la propria utenza telefonica mobile variata di un solo numero. Un falso grossolano quindi, reso ancora più "smascherabile" dall'ingenuità commessa dal giovane procacciatore di inserire sul falso contratto come recapito della cliente un numero di cellulare praticamente identico al suo.
Per una provvigione di pochi euro il giovane procacciatore adesso rischia un procedimento per falso, truffa e trattamento illecito di dati sensibili.
Episodi come questo stanno diventando sempre più frequenti anche alla luce della grave disoccupazione che attanaglia le giovani generazioni e la non meno grave crisi economica, ma rimangono tuttavia intollerabili le indebite pressioni e le moleste insistenze esercitate nei riguardi delle persone anziane per invogliarle a cambiare gestore energetico o telefonico.
Un guadagno, per quanto importante per un ragazzo disoccupato, non può essere conseguito commettendo reati anche gravi, mai come in questo caso "il gioco non vale la candela".
Leggi le altre news su: www.palermoreport.it