Di fatto i controlli, effettuati nei mercati ortofrutticoli, come quelli di stamattina a Catania e Palermo, per contrastare l'ingresso di prodotti senza indicazione dell'origine, potrebbero essere meno utili. "O si blocca un trattato come questo oppure è inutile discutere – prosegue Lombardo – si condanna l'economia meridionale e siciliana, centinaia di migliaia di persone, alla fame". Lombardo ha inviato due lettere al presidente Monti sottolineando la necessità di "rivolgere un appello e un allarme sulle conseguenze destabilizzanti e penalizzanti per l'economia, per i giovani e per le prospettive di sviluppo della Sicilia e delle regioni meridionali, che deriverebbero dall'approvazione dell'accordo tra Ue e Marocco".
Preoccupato anche il consiglio direttivo di Confagricoltura Sicilia. "In queste condizioni – si legge in una nota – il nostro destino è assolutamente segnato e saremo i primi a dare vita a quella mobilità auspicata dal premier Monti con l'esodo in massa dalle campagne".
Dati inquietanti sono quelli forniti da Coldiretti Sicilia, secondo i quali, il Marocco ha creato 1.200 ettari di nuovi impianti per la produzione di agrumi. Secondo il ministero dell'Agricoltura marocchino, quest'anno la produzione aumenterà del 6% rispetto alla stagione precedente, per un totale di 1,86 milioni di tonnellate. "La produzione di arance marocchina è stimata in 975.000 tonnellate, il 52,3% del totale degli agrumi – dicono il presidente e il direttore regionale della Coldiretti siciliana, Alessandro Chiarelli e Giuseppe Campione – .Non è certo ancora quantificabile la percentuale di agrumi che arriveranno in virtù di questo accordo scellerato. Ma anche solo un'arancia in più che arriva dal Nord Africa è una arancia in meno che i nostri produttori riusciranno a vendere. Si tratta di un tentativo di modificare per legge il panorama agricolo siciliano con gravissime ripercussioni occupazionali".