L'udienza preliminare del processo sulla Trattativa Stato-mafia oggi si è svolta, per motivi di sicurezza, nel carcere romano. Brusca, interrogato dal Gup Piegiorgio Morosini ha dichiarato che il destinatario ultimo del famoso papello contenete le richieste della mafia allo Stato, era l'allora ministro dell'interno Nicola Mancino.
Il pentito ha sostenuto anche che per fare pressioni sulla politica gli era stato affidato l'incarico di assassinare l'ex ministro democristiano, Calogero Mannino e che i capimafia poi gli avrebbero chiesto di sospendere il piano per l'omicidio. La tesi della Procura è dunque che Mannino abbia assunto un ruolo nella trattativa proprio nel timore di essere ucciso. L'ex ministro, lo ricordiamo, ha chiesto e ottenuto di essere processato col rito abbreviato e la sua posizione e' stata stralciata.
Brusca parla anche dell'omicidio Lima (avvenuto a Palermo il 12 marzo del 1992, le elezioni politiche si sarebbero svolte meno di un mese dopo, del 5 aprile, ndr), uno dei nodi centrali, secondo i pm palermitani, della trattativa. La sentenza definitiva di quel processo, confermata in Cassazione nel 1992 nel maxi, avrebbe provocato l'uccisione di Salvo Lima come rappresaglia mafiosa per mancata garanzia di impunità. Secondo quanto ha dichiarato Brusca, Lima fu ucciso per colpire indirettamente Giulio Andreotti e la "corrente andreottiana".
Il pentito ha precisato di aver consegnato il documento ai Ros, nel periodo che intercorse tra le due stragi del '92.
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