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Agenzia di Stampa Italpress
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Traffico di droga. Sgominata associazione a delinquere operante in Sicilia, Campania e Lombardia

In particolare, l'associazione, agiva nei territori di Partinico, Scisciano e Castello di Cisterna, in provincia di Napoli e Monasterolo del Castello, nella provincia di Bergamo. La droga (cannabis) veniva coltivata e ceduta su territorio nazionale. Le indagini preliminari erano partite a metà dello scorso mese di gennaio e avevano portato all'esecuzione di 8 ordini di custodia cautelare, terminate ieri con l'arresto dell'ultimo componente della banda che si era reso latitante. All'appello mancavano Salvatore e Vito Badalamenti. Il primo arrestato  a fine gennaio e il secondo ieri, dalla Guardia di finanza di Partinico. Sono in atto indagini tese ad identificare i fiancheggiatori della latitanza dei due soggetti.

I soggetti destinatari delle misure cautelari sono:

Rosario Salvia, classe 49 di Partinico, con precedenti penali per ricettazione, frodi alimentari, bancarotta fraudolenta, detenzione di monete false;

Salvatore Primavera, classe 70 di Partinico, con precedenti penali in materia di associazione a delinquere di stampo mafioso;

Gerardo Rosa, classe 47 di Monasterolo del Castello, con precedenti penali in materia di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, ricettazione, spendita di monete false, favoreggiamento personale, porto di armi abusivo;

Luca Rosa, classe 78, figlio di Gerardo, con precedenti penali per detenzione e spaccio di stupefacenti;

Vincenzo Tufano, classe 47, di Scisciano, con precedenti penali in materia di coltivazione di sostanze stupefacenti;

Antonio Tufano, classe 78, di Castello di Cisterna, con precedenti penali per furto.

Vito Badalamenti, classe 42 di Partinico, con precedenti penali in materia di furto, rapina, porto abusivo di armi, ricettazione e detenzione illecita di stupefacenti;

Nunzio Badalamenti, classe 70 di Partinico, figlio di Vito, con precedenti penali per tentata estorsione continuata;

Gli arresti rappresentano la fase conclusiva di una complessa attività investigativa, portata avanti tra il 2007 e il 2010 dalle Compagnie della Guardia di Finanza di Partinico e di Nola, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Palermo (Procuratore Aggiunto dr.ssa Teresa Principato, dei sostituti Procuratori Sergio Barbiera e Claudia Bevilacqua), dalla D.D.A. di Napoli e dalle Procure di Nola e Bergamo, condotta anche mediante indagini tecniche, che ha permesso di ricostruire un sodalizio criminale che, per quasi due anni, ha gestito l'intera filiera del traffico di ingenti carichi di stupefacenti in diverse aree del territorio nazionale.

Il perno dell'associazione a delinquere era radicato nel territorio di Partinico (PA) dove Vito e Nunzio Badalamenti, padre e figlio, avevano promosso ed organizzato il sodalizio, di cui faceva anche parte il compaesano Salvia Rosario e che si avvaleva in territorio campano dei Tufano e, nel bergamasco, della famiglia Rosa, già noti come soggetti dediti allo spaccio di sostanze stupefacenti.

In particolare, i Badalamenti avevano deciso di impiantare un vasto business nel traffico nazionale degli stupefacenti, basato sulla coltivazione e produzione della marijuana in Campania e sul successivo trasferimento della stessa in Sicilia e in Lombardia.

Il linguaggio utilizzato tra i vari interlocutori nelle conversazioni telefoniche intercettate dalla Fiamme Gialle, era volutamente criptico, per mascherare il riferimento alla coltivazione e al traffico di sostanza stupefacente, come hanno dimostrato anche i numerosi riscontri effettuati.

Parlavano infatti di "insalata", "concime" o di "andare in campagna la sera", alludendo in questo caso all'irrigazione e al controllo delle piantagioni che dovevano avvenire nottetempo per evitare di essere visti di giorno e creare sospetti.

Per un trasporto specifico, gli interlocutori parlavano di "10 kg di agnelli" e, nel definire le modalità di dettaglio e, in particolare, di confezionamento della droga, facevano largo uso delle espressioni tipiche dell'attività di allevamento ("...li deve preparare, se ci deve togliere la pelle, ..., le interiora, come la deve confezionare, se si porta nei frigoriferi o nelle valigie agli agnelli"), mentre, durante un'altra conversazione riguardante una trattativa relativa ad un imprecisato quantitativo di marjuana, gli interlocutori simulavano una proposta di acquisto di "olio di oliva".