Più di ottomila imprese a rischio chiusura, schiacciate tra guadagni in calo e spese, tra tasse e costi di gestione in aumento. Il quadro, per nulla confortante, è quello tracciato dal presidente di Confcommercio Palermo Roberto Helg durante la giornata di mobilitazione nazionale.
"Il dato che più dà il senso della gravità e della pesantezza della crisi a Palermo – dice Helg - è rappresentato dal numero delle imprese con procedure concorsuali (2.988) e in stato di liquidazione (5.231), imprese destinate alla chiusura. Rischiano di sparire dal nostro tessuto produttivo - spiega - altre 8.219 imprese, poco più del 10% delle imprese attive che si aggiungeranno a quelle che hanno già chiuso i battenti (1.369) e a quelle che hanno già portato i libri in tribunale (95), il 2% in più rispetto al 2011, dato in assoluto peggiore dal 2009''.
Situazione ancora più grave per le imprese giovanili.
''A Palermo – aggiunge Helg - il 70 per cento delle imprese giovanili, femminili e di immigrati nate nel 2011 hanno chiuso nel 2012. Le cause sono da ricondurre alla politica del governo che ha distrutto definitivamente le imprese e le ha messe in liquidazione''.
E le imprese che si avviano alla chiusura sono solo un pezzetto del puzzle. "A Palermo - sottolinea Helg - il 10% delle famiglie non è in grado di fare neanche la spesa. Dobbiamo fare in modo che riparta l'economia''.
Dalla relazione presentata stamani proprio da Helg emerge che le persone povere in senso assoluto ''nel 2013 raggiungeranno il 10% della popolazione''. ''I consumi - dice - vanno indietro di 15 anni, tra il 2008 e il 2012 sono scesi dell'8,6%, solo nel 2012 sono scesi del 3,1%. I consumi delle famiglie continuano a contrarsi, riflettendo il prolungato calo del reddito disponibile e la forte incertezza sul futuro'' .
Leggi le altre news: www.palermoreport.it