Il matrimonio sarà pure il giorno più bello della vita, ma è anche costoso. Tanto. Vestiti, addobbi, inviti, bomboniere, ricevimento... chi più ne ha più ne metta.
Ma può capitare anche tra i costi si debba aggiungere anche il 'pizzo'.
Non intendiamo però il tessuto, elegante ornamento dell'abito bianco. Parliamo, in modo molto meno poetico, di "racket". Soldi non dovuti, ma pretesi dal potente di turno.
E' il caso di Palermo e dei matrimoni civili celebrati a Villa Trabia, dove un sedicente fotografo avrebbe gestito un vero e proprio racket insieme ad alcuni impiegati comunali. La ''tariffa'' raggiungeva 300 euro per un album fotografico e dietro pagamento era possibile - nonostante fosse proibito dal regolamento - organizzare un rinfresco, nella stagione calda, all'ombra delle magnolie.
Sulla vicenda la Procura di Palermo ha aperto un fascicolo - secondo quanto scrive Repubblica nelle pagine locali - dopo una denuncia del sindaco Leoluca Orlando, che ha spostato la celebrazione dei matrimoni nella sede restaurata della ex Fonderia Oretea.
Al momento il fascicolo aperto dal procuratore aggiunto, Leonardo Agueci, è contro ignoti. Da qualche giorno sul cancello di Villa Trabia è comparso un cartello nel quale si avvertono gli interessati che le nozze sono gratis e che non è consentita alcuna attività extra. Il giro d'affari del fotografo doveva essere consistente: ogni anno a Villa Trabia si celebrano circa 600 matrimoni. Orlando ha anche annullato la disposizione dell'ex sindaco Diego Cammarata che aveva predisposto un tariffario per le nozze civili: 250 euro per un giorno infrasettimanale e 500 per il sabato pomeriggio.
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