Ambizioso quasi quanto il ponte sullo Stretto di Messina, il progetto della "Tav alla siciliana" presentato da Rete Ferroviaria Italia potrebbe cambiare il volto del trasporto nell'isola. Un'opera titanica, finanziata da quei 500 miioni di euro di fondi europei sottratti dal controllo diretto della Regione e gestiti direttamente dallo Stato.
Chissà se nel 2025 ci saranno ancora Forconi e No Tav intenti a dire la loro su un'enorme galleria che va da Pollina a Castelbuono, passando per Enna e Caltanissetta, direzione Catania.
I lavori "preliminari" già cominciati prevedono il raddoppio del binario Bicocca-Catena Nuova. Entro cinque anni si dovrà raddoppiare anche il binario della tratta Catenanuova-Enna Sud, e rendere più veloce la Roccapalumba-Marianopoli lunga 25 chilometri. Terminata questa fase rimane solo un piccolo dettaglio.
Occorrerà infatti perforare buona parte della catena montuosa dei Nebrodi, attualmente protetti da una serie di vincoli dovuti allo status di parco naturale. Il progetto è sulla carta, ma i lavori sono già avviati.