Questa volta l'accusa sarebbe quella di associazione mafiosa ed il Presidente della Regione viene tirato in ballo da un pentito, Maurizio Avola, per avere frequentato dei boss del clan Santapaola. Questa sarebbe una terza parte del filone d'inchiesta che coinvolge il Governatore Lombardo ed il fratello, ma diversa da quella per l'imputazione di voto di scambio semplice e da quella per voto di scambio aggravato e concorso esterno in associazione mafiosa (per cui è stata chiesta l'imputazione coatta).
Per quest'ultimo capo d'imputazione, i fatti risalirebbero al 1993 e l'accusa riguarda solo Raffaele Lombardo e non il fratello Angelo. Il Gip ha separato le inchieste, proprio al fine di distinguere le diverse imputazioni e non indebolire il castello accusatorio. L'imputazione coatta per voto di scambio aggravato e concorso esterno in associazione mafiosa va infatti nettamente separata dai fatti riportati, che andrebbero a comporre il terzo filone d'inchiesta ed il nuovo capo d'imputazione per associazione mafiosa.
L'interrogatorio al collaboratore di giustizia Avola, avvenuto nel 2006, avrebbe spinto l'allora Procuratore Capo di Catania, Michelangelo Patanè, ed il Pm Carmelo Zuccaro, a citare in giudizio i fratelli Lombardo per "voto di scambio semplice". Secondo l'accusa, per questo processo, i fratelli Lombardo avrebbero coinvolto a sostegno dell'Mpa diversi elementi dei clan Santapaola e Cappello. In questo caso, tutte le dichiarazioni del collaboratore di giustizia Avola ed i riscontri andranno a far parte del terzo filone d'inchiesta per il più pesante tra i capi d'imputazione contestati, quello di associazione mafiosa.