Il Gup Davide Salvucci ha accolto le richieste dei pm di Caltanissetta Sergio Lari, Nico Gozzo, Stefano Luciani e Gabriele Paci per cinque dei sette degli imputati: i boss Salvatore Madonia (strage, considerato uno dei mandanti), Vittorio Tutino (strage), i falsi pentiti Vincenzo Scarantino,(calunnia aggravata), Francesco Andriotta (calunnia aggravata) e Calogero Pulci (calunnia aggravata, nel processo "Borsellino Bis" in appello incolpò falsamente Gaetano Murana, di aver partecipato alle fasi esecutive dell'attentato di via D'Amelio. Murana venne poi condannato all'ergastolo). Tutti rinviati a giudizio.
Gli altri tre imputati, il pentito Gaspare Spatuzza, Fabio Tranchina e Salvatore Candura avevano chiesto e ottenuto il rito abbreviato. Saranno ascoltati domani nell'aula bunker del carcere di Milano.
Dal prossimo 22 marzo davanti alla Corte d'Assise, inizia dunque il nuovo processo sulla strage del 19 luglio 1992, in via D'Amelio, in cui persero la vita il giudice Paolo Borsellino e gli agenti della scorta Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Claudio Traina, Eddie Walter Cusina. L'indagine bis, conclusasi lo scorso novembre è scaturita dalle dichiarazioni del pentito Spatuzza, considerato attendibile dai pm e che ha fornito un quadro diverso delle responsabilità.
Entrano nel processo come parti offese le famiglie di Borsellino e degli agenti, la presidenza del Consiglio dei ministri, i ministeri della Giustizia e dell'Interno, la Regione Siciliana, il Comune di Palermo e il centro studi "Pio La Torre", Gaetano Murana e Gaetano Scotto, due dei sette condannati ingiustamente per l'eccidio, a seguito delle false dichiarazioni di Pulci.
Resta ancora aperta l'inchiesta sui poliziotti Mario Bo, Vincenzo Ricciardi e Salvatore La Barbera che facevano parte del pool che coordinò l'inchiesta sulla strage. Sono indagati per avere indotto i "pentiti" a fare le false dichiarazioni sugli organizzatori e sugli esecutori dell'attentato.
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