Stangata Irpef, ma non per tutti. Perché come scrive oggi il sole 24 ore, c'è "chi punta direttamente al massimo, da Palermo a Catanzaro, da Torino a Sassari, passando per Savona e Parma, e chi differenzia il trattamento in base al reddito, come accade a Milano, Pavia, Cuneo, Ferrara o Cagliari. Qualcuno, come Firenze, Empoli o Novara, va in controtendenza, limando l'aliquota o alzando l'area dell'esenzione, anche se si tratta di piccoli benefici largamente assorbiti dalla botta dell'Imu".
Bilanci comunali in crisi in larga parte delle città e l'addizionale Irpef è in aumento.
"Il dipartimento delle Finanze (i dati sono aggiornati alla fine della scorsa settimana) – si legge sul quotidiano – ha già censito 1.816 delibere comunali, che nel 49,7% dei casi cambiano le regole rispetto all'anno scorso: la maggioranza di queste decisioni alzano le aliquote, spesso differenziandole per scaglioni, mentre in 88 casi la scelta è quella di tassare per la prima volta i redditi. Nella sostanza, quasi un migliaio di sindaci hanno già deciso di aumentare la pressione fiscale usando la leva dell'addizionale"
L'aliquota applicata da questo gruppo di Comuni che ha già trasmesso ufficialmente le proprie delibere al ministero del l'Economia vola al 5,24 per mille, con un incremento del 15% rispetto al 4,55 per mille registrato nel 2011 fra gli enti che applicano l'addizionale, mentre l'aumento è del 46,3% se si considera il 3,59 per mille chiesto l'anno scorso dalla generalità dei sindaci.
"Gli effetti cambiano da città a città – scrive il sole 24 Ore – e dipendono dalla situazione di partenza e dalla scelta di differenziare o meno l'aliquota in base al reddito dichiarato. Quando il livello di allarme del bilancio comunale è tale da mettere al bando ogni sottigliezza e costringere a chiedere il massimo a tutti, i conti sono presto fatti: a Parma, per esempio, un contribuente con reddito da 20mila euro lordi annui ne girava 80 al Comune con le vecchie regole e ne devolverà 160 con le nuove. Lo stesso livello raggiunto a Torino, che allo stesso contribuente nel 2011 chiedeva 100 euro.
Più articolata la situazione dove si è imboccata la strada dell'aliquota diversificata, che in base alle nuove regole deve prevedere gli stessi cinque scaglioni in cui è strutturata l'imposta nazionale: da zero a 15mila euro il primo; oltre 75mila l'ultimo".
A Palermo non c'è alcuna diversificazione dell'aliquota.