Una pompa di benzina, con relativi impianti e bar annesso, è stata sequestrata dalla Guardia di finanza di Palermo, su disposizione della Procura a Cinisi (Palermo). Dalle indagini è emerso che l'impresa, intestata ad un prestanome Armando Aneli un palermitano di 42 anni, era nella piena disponibilità Santo Randazzo, già condannato per associazione mafiosa nel 1998 a due anni di reclusione, in quanto fiancheggiatore del pentito Gaspare Spatuzza.
Il valore dell'azienda sequestrata e affidata a un amministratore giudiziario è di 2 milioni di euro.
Armando Aneli è indagato per l'interposizione fittizia di beni con l'aggravante di aver agevolato l'associazione mafiosa "Cosa Nostra".
L'effettivo titolare dell'azienda, per sfuggire alle misure patrimoniali antimafia alle quali era stato già sottoposto nel corso del 2011 ed a seguito delle quali i finanzieri gli avevano già sottratto un ingente patrimonio, aveva intestato l'attività imprenditoriale ad un suo uomo di fiducia. Gli uomini del G.I.C.O. del Nucleo di polizia tributaria del capoluogo siciliano, in collaborazione con i militari del Gruppo di Palermo, ricorrendo anche ad indagini tecniche, corroborate da lunghe giornate di pedinamenti ed appostamenti, sono venuti a capo della reale situazione gestionale della attività imprenditoriale sottoposta a sequestro preventivo, acquisendo incontrovertibili elementi che hanno dimostrato come l'impresa, formalmente intestata ad una persona "pulita" e, quindi, insospettabile, era di fatto nella piena disponibilità del soggetto già condannato per mafia.
Il provvedimento di sequestro è l'ultimo atto di una serie di attività che da alcuni anni vede impegnati gli uomini del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Palermo nel settore della distribuzione stradale di carburanti.
Nelle stesse indagini, di cui l'odierno sequestro rappresenta l'ultimo sviluppo, è stata smascherata una vera e propria organizzazione criminale dedita a "taroccare" i dispositivi di somministrazione delle colonnine degli impianti di carburante in modo da erogare almeno il 10% in meno di prodotto rispetto a quello indicato dal display. Nella stessa indagine era emerso che il sistema era stato messo in atto persino all'interno dei depositi dell'Amia, l'ex municipalizzata che gestisce la raccolta dei rifiuti urbani.
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