Vasta operazione antimafia oggi tra le province di Palermo e Trapani. Colpito il mandamento di "Porta Nuova", nel capoluogo siciliano.
Le indagini hanno ricostruito gli assetti e le dinamiche interne del clan, di cui sono stati individuati capi e gregari. E' emerso che le estorsioni non bastano più a mantenere, com'è stato finora, le famiglie dei detenuti perchè la crisi economica incide sul 'pizzo' che rimane comunque un'attività primaria della mafia. Il mandamento di Porta Nuova era così tornato a al traffico di droga, alleandosi per questo con altre cosche palermitane e trapanesi. Gli stupefacenti, come negli anni '80, venivano acquistati dai mafiosi direttamente dai Paesi produttori del Sud America e del Nord Africa.
I provvedimenti restrittivi – a carico di 24 persone – sono relativi ai reati di associazione mafiosa e traffico internazionale di stupefacenti: Salvatore Alario, Giovanni Alessi, Salvatore Asaro, Marco Chiappara, Antonino Ciresi (già detenuto- carcere Pagliarelli di Palermo), Giuseppe Civiletti, Pietro Compagno, Gaspare Dardo (già detenuto presso il carcere Pagliarelli di Palermo),Alfredo Geraci, Attanasio La Barbera, Marco La Vardera (già sottoposto agli arresti domiciliari a Villabate), Ignazio Li Vigni, Ciro Napolitano (già sottoposto agli arresti domiciliari a Napoli), Francesco Paolo Nuccio, Giacomo Pampillonia, Giacomo Rubino, Carmelo Russello, Francesco Scimone, Antonino Seranella, Biagio seranella, Umberto Sisia, Pietro Tagliavia, Francesco Tarantino, Giovanni Vaccaro e Vincenzo Vigna, Giuseppe Di Maio, Daniele Favata, Giuseppe Ferro (già detenuto presso il carcere Pagliarelli di Palermo), Vincenzo Ferro (già detenuto presso il carcere Ucciardone di Palermo).
In manette Alessandro D'Ambrogio, considerato il nuovo capo del mandamento mafioso di Porta Nuova. D'Ambrogio per gli inquirenti è uomo di fiducia di Gianni Nicchi e ne ha aiutato la latitanza, per prendere poi il suo posto dopo la cattura, oltre a uomini che lo hanno supportato nelle attività come
Secondo il procuratore capo di Palermo, Francesco Messineo "L'elemento di maggiore spicco è certamente Alessandro D'Ambrogio, titolare di una impresa di pompe funebri, che grazie al suo ruolo spregiudicato diventa capo famiglia di Palermo Centro assumendo poi la reggenza del mandamento di Porta Nuova".
Nel corso dell'operazione sono stati sequestrati beni per circa tre milioni di euro. Tra questi l'azienda di macellazione e vendita di carne all'ingrosso "Ovinsicula" di via Stazzone, in cui aveva investito l'anziano boss Antonino Ciresi, braccio destro del giovane capo Alessandro D'Ambrogio; il pub "Day just", di via Nino Bixio, nella disponibilità di Antonino Seranella; un distributore di carburanti sulla strada provinciale 259 nel Comune di Martinsicuro (Teramo), facente capo a una societa' riconducibile ad alcuni mafiosi. A Seranella sono stati sequestrati anche un gommone, un motoscafo e una Mini Cooper, che era intestata a una donna romena considerata una prestanome.