Con l'accusa di peculato per essersi appropriato di un'ingente somma di denaro pubblico avvalendosi delle associazioni temporanee di impresa, i Finanzieri del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Palermo hanno perquisito e arrestato un uomo residente a Bracciano (Roma).
Secondo quanto reso noto dalle Fiamme Gialle nel 2003 l'assessorato regionale ai Beni Culturali e Ambientali per la Sicilia ha dato in concessione alle tre associazioni Temporanee di Impresa riconducibili all'indagato, finito agli arresti domiciliari, la gestione di alcuni servizi nell'ambito di vari siti di interesse storico - culturale ubicati nelle province di Messina (il Teatro Antico di Taormina, il Museo Archeologico di Messina, la Villa Romana di Patti Marina, l'Area Archeologica e l'Antiquarium di Giardini Naxos, la Villa Romana di S. Biagio presso Terme Vigliatore, l'Area Archeologica Halaesa Arconidea di Tusa, il Museo Archeologico Eoliano "Bernabo' Brea" di Lipari), Siracusa (la Galleria Regionale di Palazzo Bellomo, il Museo archeologico "Paolo Orsi", l'Area della Neapolis e l'Orecchio di Dionisio e l'Area archeologica Castello di Eurialo a Siracusa, l'Area archeologica Teatro Antico presso Palazzolo Acreide, il Museo Archeologico di Lentini e l'Area Archeologica di Megera Hyblea ad Augusta), Ragusa (il Museo Archeologico Ibleo di Ragusa, la Cava di Ispica a Modica, la Zona Archeologica di Caucana, il Museo Regionale Kamarina e l'Area archeologica in Santa Croce Camerina) e Trapani (il Museo Archeologico "Baglio Anselmi" di Marsala, l'Area Archeologica di Segesta a Calatafimi, l'Area Archeologica di Selinunte e il Museo Regionale Pepoli di Trapani).
La concessione disciplinava, tra l'altro, la gestione degli introiti di biglietteria di ingresso presso i siti, per la quale era stato stabilito l'obbligo da parte del concessionario di versare le somme incassate entro determinati termini nella misura del 70% alla Regione Sicilia e del 30% ai Comuni dove sono ubicati i siti di interesse culturale.
Al termine delle indagini è emerso che l'indagato, dal 2004 al 2011, non ha versato - o ha versato con notevole ritardo - gli introiti di biglietteria spettanti alla Regione Siciliana e ai vari Comuni, per un importo complessivo di 33 milioni di euro. In particolare, ammonta a 19 milioni di euro l'importo del denaro di cui aveva la disponibilità per ragioni derivanti dal proprio ruolo di "incaricato di pubblico servizio", di cui il soggetto si è personalmente e indebitamente appropriato, mentre altri 14 milioni sono stati dallo stesso versati ma con notevole e ingiustificato ritardo.
I 19 milioni di euro complessivamente non versati dall'indagato hanno cagionato un corrispondente ammanco di 14 milioni di euro circa nel bilancio regionale e di 5 milioni di euro nei bilanci comunali.