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Sicilia. Riforma delle Province e Aree metropolitane, non facciamo giochi da basso impero

 

Abolizione delle province, siamo ancora al palo. Istituzione delle aree metropolitane, stessa sorte. La riforma in questione, una delle numerose annunciate, dovrebbe anche creare i liberi consorzi accomunati da ragioni di carattere economico, di risparmio sui servizi, e da connotazioni omogenee di origine storica, artistica e naturalistica, che ne dovrebbero agevolare lo sviluppo. Il timore invece è che, come al solito, siano altre le spinte, esercitate dai palazzi della politica e dei partiti, dovute principalmente a convenienze elettorali, che ben poco hanno a che fare con l'interesse collettivo. Adesso fa la sua apparizione l'iniziativa del governo regionale di affiancare alle tre aree metropolitane già sulla carta (Palermo, Catania e Messina) quella di Caltanissetta - Enna. Due città dell'entroterra siciliano che insieme a fatica fanno 90.000 abitanti. L'idea, se vogliamo generosamente chiamarla così, sarebbe quella di mettere su un gruppo di comuni, tanti da portare la popolazione complessiva a circa 200.000 abitanti. La proposta non è teorica, è stata formalizzata con un emendamento governativo depositato presso la Commissione Affari Istituzionali dell'Ars. Ma cosa c'entra un'area metropolitana che accorpa due comuni diversi e piccoli? C'è da capire, una volta per tutte, se in questa benedetta terra ci sia la possibilità di avviare delle riforme in tempi certi, che abbiano una loro intrinseca coerenza, staccata da pruriti di parte, e che perseguano unicamente il bene comune. La domanda è d'obbligo perché, purtroppo, i siciliani sono abituati diversamente, a vedere provvedimenti legislativi che poi si rivelano concepiti a uso e consumo di questa o di quella bottega o, nel migliore dei casi, frutto di mediazioni sfiancanti che ne snaturano il senso e l'obiettivo, delle vere e proprie marmellate. Non è un caso che, ultimamente, troppo spesso si abbatte la scure del Commissario dello Stato su tante delle norme varate dagli inquilini di Palazzo dei Normanni. Si vuole procedere all'abolizione delle province? Io personalmente ho parecchie perplessità, ma se si deve fare si faccia, in fretta. I liberi consorzi? Non siano, in definitiva, dei duplicati camuffati delle province, non siano dei nuovi carrozzoni mangia soldi e non rispondano a esigenze elettorali dei singoli signori della politica. Le aree metropolitane? S'istituiscano presto, hanno un loro senso compiuto, ma rimangano le tre immaginate, Palermo, Catania e Messina. Il resto puzza di alchimie da basso impero. Del resto, argomentando a contrario, cosa impedirebbe per esempio a Siracusa e Ragusa e a Trapani e Agrigento di autocandidarsi a quinta e sesta area metropolitana della Sicilia?

Pippo Russo