Otto anni di carcere. Tanto è stato chiesto dal pm Nino Di Matteo e dal procuratore aggiunto Ignazio De Francisci per Saverio Romano, l'ex ministro delle Politiche agricole accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. Romano, fondatore e leader del Pid, Popolari di Italia domani, ha seguito la requisitoria durata 7 ore, assieme ai suoi avvocati, Franco Inzerillo e Raffaele Bonsignore. Il giudizio si svolge col rito abbreviato, come da lui richiesto, davanti al Gup Fernando Sestito. Durante le indagini preliminari la Procura aveva chiesto per due volte l'archiviazione.
Durante la lunga requisitoria Di Matteo avrebbe ribadito che Romano (chiamato in causa da alcuni collaboratori di giustizia) avrebbe «stipulato un patto politico-elettorale-mafioso con Cosa nostra», «contribuendo al rafforzamento dell'organizzazione mafiosa», e che avrebbe anche ottenuto «alle Politiche del 2001 il sostegno elettorale mafioso».
Il processo è stato rinviato a venerdì 6 luglio. La sentenza è prevista per il 17 luglio. Senza il rito abbreviato la Procura avrebbe chiesto la condanna a 12 anni di carcere.