A seguito della lettura delle motivazioni della sentenza del processo Mori/Obinu, il presidente del Centro Studi Paolo Giaccone, Luigi Furitano, ha rilasciato delle dichiarazioni su quelle che reputa delle considerazioni personali della Corte. "Come da dichiarazioni rituali - dice - anche io non posso non prendere in considerazione e accettare la sentenza espressa dal collegio presieduto dal giudice Fontana, ma non per questo intendo non lamentare le definizioni applicate in sentenza nei confronti della signora Agnese Borsellino. Purtroppo a questa Corte evidentemente è venuta meno la conoscenza personale della signora Piraino che mai per connotazione ed eleganza caratteriale e ideale, avrebbe espresso preclusioni verso una qualsiasi Forza dell'ordine. Leggere in sentenza "Si riconosce, altresì, che qualche perplessità possa suscitare anche la inadeguatezza, rispetto alla tragica portata degli eventi, della motivazione (non offuscare la immagine dell'Arma) addotta per giustificare il silenzio serbato per tanti anni" é da considerarsi una riflessione di natura personale e che non ci saremmo mai aspettati di leggere in una pubblica sentenza. E' un' espressione - conclude - che reputo e reputiamo come Centro Studi, infelice e moralmente inadatta. Ma ripeto, il grande rispetto verso le istituzioni tutte, lasciatoci in eredità da Agnese Borsellino, mi costringe a non poter entrare nel merito della valutazione tecnico-giuridica, ma senz'altro in quella valutazione che io ritengo essere personale dei giudici della Corte.
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