La legge della discordia è la numero 96 del 6 luglio 2012, recante "norme in materia di riduzione dei contributi pubblici in favore dei partiti e dei movimenti politici". I litiganti sono Grande Sud e il Movimento 5 Stelle. L'antefatto riguarda la decisione da parte della formazione grillina di rinunciare al rimborso elettorale per le ultime elezioni regionali siciliane, in un primo momento stimato in quasi un milione e mezzo di euro, poi ridimensionato a circa ottocento mila euro. L'accusa mossa dal partito guidato da Gianfranco Miccichè è affidata ad un editoriale di Grande Sud News, nel quale si bolla come un "grande bluff" la scelta di M5S. La replica non tarda ad arrivare: "Il Movimento 5 Stelle Sicilia è al momento considerato pericoloso e quindi da screditare".
"Rinunciare significa fare a meno di qualcosa che si possiede. I grillini non hanno rinunciato a nulla. Non possiedono, fino a prova contraria e li invitiamo a smentirci, i requisiti necessari, stabiliti dalla legge 96 del luglio 2012, per accedere ai rimborsi elettorali". Così argomenta il corsivo di Grande Sud News, a cui i cinque volte stellati controbattono: "Si attacca il Movimento Cinque Stelle di non poter usufruire di rimborsi elettorali, perchè non ha uno statuto. In realtà questo è stato regolarmente presentato in data 11 settembre 2012". Nel caso del Movimento Cinque Stelle Sicilia, aggiungono i grillini, "privo di presidente o segretario regionale o nazionale, si e' dovuto creare e registrare l'atto costitutivo con relativo statuto della associazione denominata 'Movimento Cinque Stelle Sicilia' (di cui e' coordinatore per il primo anno Giancarlo Cancelleri), proprio per rispondere alle disposizioni che richiedono per la presentazione delle liste".