Certe cose possono succede solo in una terra persa come la Sicilia. La nipote di uno dei latitanti più ricercati al mondo, il mafioso Matteo Messina Denaro, ha celebrato il proprio matrimonio all'interno di uno dei luoghi simbolo dell'intera Regione. La Cappella Palatina che, tra l'altro si trova anche all'interno dell'Istituzione più importante dell'isola, il Parlamento Regionale. Nipote che ovviamente si è sposata con un altro parente di una nota famiglia mafiosa quella dei Sansone. Così all'interno della Cappella Palatina, dentro il Parlamento Regionale, si è riusciti a fare sfilare, tra parenti e amici, il gota della mafia siciliana, come se nulla fosse, quasi in uno strano anelito di normalità. Di contro tutti gli occhi sembrerebbero essere puntati contro la chiesa, perchè in realtà sia l'Assemblea Regionale che la Fondazione Federico Secondo non hanno nessuna autorità sulle funzioni religiose che si celebrano all'interno della struttura. Lo stesso parroco dice che: " per lui erano semplici parrocchiani e che il matrimonio è stato autorizzato dalla curia e pertanto lui non poteva che celebrarlo". In una vicenda che sa dell'incredibile, questa dichiarazione è semplicemente paradossale, non è certamente credibile che un parroco che celebra un matrimonio di questo "tipo" non sappia direttamente o non sia stato avvertito di chi erano realmente gli sposi. La chiesa continua a non riuscire a prendere una posizione chiara contro la mafia, nonostante le ultime parole di Papa Francesco, che ha parlato di scomunica per i mafiosi, in Sicilia tra celebrazioni nuziali, confraternite e inchini nelle processioni religiose davanti alle case dei boss, nulla fa pensare e sperare in una condanna da parte degli organismi religiosi alla mafia che vada oltre le semplici parole o omelie...
come riportato da RepubblicaPalermo.it