Che la vicenda dell'ex Presidente della Regione Totò Cuffaro sia emblematica è un fatto. Tra i pochi, pochissimi, politici che sono realmente finiti in carcere con l'accusa di collusione con la Mafia. Cuffaro sta pagando il proprio debito con la giustizia, ormai da anni, a Rebibbia a Roma, nessun permesso, niente domiciliari, carcere nudo e crudo, come è giusto che sia. Resta certamente il fatto che probabilmente potrebbe esserci qualcuno in più a fargli compagnia, ma questo non spetta a noi giudicarlo. Emblematica la vicenda anche perchè, l'ex governatore della Sicilia è in carcere per mafia, ma continua a ricevere, puntuali ogni mese, i suoi seimila euro al mese di pensione.
L'Ars, infatti, continua a versare regolarmente il vitalizio all'ex governatore. Ma ancora più emblematico, se non tragico, è il fatto che non c'è nulla da gridare allo scandalo, perchè è tutto regolare. Il decreto Monti taglia le pensioni solo a chi ha compiuto reati contro la pubblica amministrazione. E non a chi è stato condannato ed è fisicamente in carcere per favoreggiamento aggravato alla mafia. Si tratta di una cifra sostanziosa: un assegno da circa 6 mila euro lordi al mese, a cui non è applicabile alcune norma, nazionale o regionale, neanche quelle di ultima approvazione all'Ars che possa prevedere lo stop al vitalizio per ex deputati agli arresti.
Questa è la nostra giustizia. Fatta da norme e regolamenti scritti materialmente dai diretti interessati che chiaramente si sono pensati e tagliati su misura tutti i possibili paracadute... a noi cittadini resta solo lo stare a guardare e pagare le tasse che servono anche a queste nefandezze...