Riprende oggi davanti alla Corte d'appello di Palermo il processo al senatore Marcello Dell'Utri, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa.
Sul banco dei testimoni doveva salire il banchiere in pensione Giovanni Scilabra. Era stato lui a raccontare che nel 1986 ''Vito Ciancimino e Marcello Dell'Utri chiesero insieme 20 miliardi di vecchie lire in prestito per le aziende di Silvio Berlusconi alla Banca Popolare di Palermo''. Il banchiere però non si è presentato in aula.
Per il pg Luigi Patronaggio questo racconto avrebbe provato i rapporti tra Dell'Utri e don Vito, sempre negati dall'imputato. Scilabra era il direttore generale della Banca Popolare di Palermo del conte Arturo Cassina, il re degli appalti stradali.
Il presidente della Corte d'Appello Raimondo Loforti, dopo una breve camera di consiglio, ha disposto disponendo l'accompagnamento coattivo per l'ex banchiere che oggi aveva presentato un certificato medico ritenuto dai giudici "non legittimo". Non solo. Loforti ha deciso anche una ammenda di 250 euro per lo stesso Scilabra.