Aria di nuovo all'interno di una cornice antica che sa di restauro. L'enorme spazio di quello che era l'hangar delle Officine Ducrot, poi riconvertito per dare vita al Museo d'Arte contemporanea della Città di Palermo ai Cantieri culturali della Zisa, adesso è diventato ZAC, acronimo di Zisa/Zona Arti contemporanee, dopo la chiusura pluriennale. Un nuovo spazio per fare crescere le nuove leve dell'arte palermitana.
Le porte del padiglione verranno aperte al pubblico domenica prossima, 16 dicembre, nel nome di Andrea Di Marco, il pittore palermitano morto il mese scorso a quarantadue anni (come detto dall'assessore comunale alla Cultura Francesco Giambrone).
Giusto il tempo di finire i lavori di messa a punto, ancora in corso durante la conferenza stampa di presentazione degli eventi che daranno vita al Zac fino a marzo prossimo.
Il vernissage è affidato a ottanta giovani artisti selezionati dal Comitato scientifico creato dall'amministrazione comunale – in rappresentanza della Galleria d'Arte moderna di Palermo, dell'Accademia delle belle arti, del Centro sperimentale di Cinematografia, del Goethe Insitut, dell'Institut Français - formato da Alessandro Bazan, Daniela Bigi, Francesco De Grandi, Gianna Di Piazza, Eva Di Stefano, Paolo Falcone, Luciana Giunta, Francesco Pantaleone, Antonella Purpura, Alessandro Rais (dimessosi "dieci giorni fa dalla carica di direttore artistico del Queer FilmFest", come ricordato dall'assessore comunale alla Cultura Francesco Giambrone), Sergio Troisi, Emilia Valenza.
"Siamo impegnati a cambiare il clima della città con un'operazione culturale", assicura il sindaco Leoluca Orlando, arginando l'immodestia.