Diceva di non poter partecipare ai processi in cui è imputato a causa delle sue condizioni psichiche, ma purtroppo per lui, Totò Riina è risultato essere sano di mente. Lo ha stabilito il collegio peritale nominato dalla corte d'assise d'appello di Caltanissetta, cui era stato affidato l'incarico di accertare le sue condizioni psicofisiche. I tre consulenti, Vito Milsenna, medico legale, Pasquale Guzzo, medico psichiatra e Felice Di Buono, psicologo hanno stabilito che le patologie da cui è affetto Riina, non gli impediscono di poter partecipare ai processi. a richiesta di sottoporre il boss a una perizia psichiatrica è stata avanzata dai suoi difensori, Flavio Sinatra e Luca Cianferoni, e accolta dalla Corte, presieduta dal giudice Andreina Occhipinti.
Si attende invece ancora l'esito di un'altra perizia, quella affidata al professore Paolo Procaccianti lo scorso 1 febbraio, che insieme al neurologo Giovanni Savetteri e allo psichiatra Marco Marchetti, dovrà accertare se Riina è affetto dal morbo di Parkinson. "Dobbiamo ancora visitarlo – ha detto Procaccianti – la perizia è prevista per la prossima settimana".
Secondo il legale Luca Cianferoni, Riina, non sarebbe più in grado di assistere al processo che lo vede imputato assieme al pentito Gaetano Grado per una serie di omicidi di mafia tra il 1973 e il 1989 a causa del morbo di Parkinson. Processo nel quale, ricordiamo che i boss Benedetto e Giuseppe Graviano hanno chiesto di costituirsi parte civile contro Grado accusato dell'uccisione del loro padre, Michele.
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