Che le Amministrative in Sicilia avrebbero avuto ripercussioni sull'assetto politico del Governo Regionale era noto, certo la portata di alcuni risultati, forse inaspettati, permettono a chi tiene il mazzo di carte tra le mani, un'ennesima “rimescolata”. La partita ora si giocherà sul nuovo assetto che il governo regionale dovrà assumere prima delle preannunciate dimissioni del governatore Raffaele Lombardo. Partiamo dal dato politico. Le paventate elezioni anticipate per il rinnovo dell'Assemblea Regionale si allontanano sempre di più, a nostro dire non ci saranno affatto. Il motivo è molto semplice, sopratutto ai partiti di maggioranza non conviene affatto andare al voto , vista la palese necessità di riorganizzare la “gestione” del consenso e di ridefinire le nuove alleanze politiche necessarie ad arginare ulteriori scivoloni elettorali. Oltre a ciò la riforma della legge elettorale nazionale, che tra le altre cose prevedeva la riduzione del numero dei parlamentari, che in Sicilia ne avrebbe cancellati 20 su 90, non sembra più così imminente facendo venire meno l'urgenza del voto salva posti. Dal punto di vista della gestione della “cosa pubblica” siciliana, Lombardo prima di uscire di scena proverà a garantirsi un assetto quantomeno favorevole proprio in vista delle regionali e delle politiche. Con oltre venti enti regionali commissariati, e 50 posizioni chiave nel settore della sanità c'è un bel bacino di sotto governo da definire prima di lasciare. Parliamo di governo regionale. Le dimissioni di Lombardo sono cosa certa, sul quando è tutto da vedere, certamente saranno a ridosso dell'estate tra fine luglio e agosto. E anche per questo c'è un motivo, se Lombardo si dimetterà ad agosto, subentrerà il vicepresidente della regione che potrà stare in carica tre mesi, arrivando a novembre, poi visto che si entrerebbe nel così detto semestre bianco prima della scadenza naturale del voto, lo stesso vicepresidente o un commissario, traghetterebbe la regione a scadenza naturale del mandato di primavera 2013. Finiamo con la Giunta, che oggi conosce il suo primo "dimissoniario" Sebastiano Di Betta Assessore all'Ambiente e Territorio. Entro fine mese è ormai praticamente certo che ci sarà un rimpasto, il quinto, rimpasto necessario rispetto ai nuovi assetti e alleanze politiche che si vanno delineando all'orizzonte. Stop ai tecnici e via al governo politico. Le novità potrebbero coinvolgere un pò tutti, certamente visto il risultato, anche se di misura, ottenuto alle amministrative, nella macchina regionale entrerà l'API di Rutelli, di cui si leggono i primi segnali con la nomina di Antonio Tito, in quota API, alla presidenza di Siciliana Acque. Altra novità potrebbe essere l'uscita definitiva del Partito Democratico dal governo visto che ormai i numeri in parlamento contano molto meno di un mese fa. Lo scenario potrebbe essere questo: Giosuè Marino potrebbe restare assessore ma lasciare a Massimo russo la vicepresidenza della regione, Alessandro Aricò o qualcuno del suo partito come ad esempio il trapanese marracco, potrebbe andare al Territorio e Ambiente, Carmelo Lo Monte all' Agricoltura, Riccardo Savona al Bilancio, infatti l'attuale assessore Gaetano Armao andrebbe alla presidenza dell'IRFIS ormai 100% regionale, Lino Leanza dovrebbe sedersi all'Assessorato alla Famiglia e all'Api andrebbe l'Assessorato all'Energia e Rifiuti. Di Api i “papabili” potrebbero essere o il catanese Giuseppe Spampinato, che però potrebbe entrare in parlamento regionale al posto dell'appena eletto Sindaco di Misterbianco che dovrebbe dimettersi, o l'ex Sen Bartolo Fazio o ancora Raffaele Loddo già per otto anni assessore al ramo alla Provincia di Palermo con la giunta Musotto senza escludere l'ex senatore Cusimano di Agrigento. Resterebbe ancora in bilico l'importantissimo assessorato al Lavoro oggi retto dallo stesso Lombardo, utile all'ultimo minuto per qualche alleanza last minute.
Il panorama è vario e “variegato” ormai tra pochi giorni conosceremo i nuovi assetti regionali, che avranno, dato da non trascurare, qualche miliardo di euro da spendere per i restanti fondi strutturali destinati alla Sicilia dalla Comunità Europea.