Ultimo giro di valzer prima della chiusura della campagna elettorale. A Palermo questo pomeriggio Gianfranco Fini, nelle vesti di leader Fli, ha parlato davanti a più di trecento persone, con al suo fianco il candidato alla presidenza della Regione Gianfranco Miccichè. Il presidente della Camera ha puntato l'accento sul tema della legalità, sottolineando che "occorrerebbe una sorta di certificato antimafia per essere candidati, da questo punto di vista le liste di Fli il codice etico lo hanno rispettato''. Alle domande su un ipotetico accordo sottobanco siglato per fare confluire i voti di Miccichè su Crocetta, il fantomatico "patto delle crocchè", Fini risponde netto: "Non si commentano le indiscrezioni e men che meno le maldicenze". Anche Miccichè ci tiene a puntualizzare: "Io avro' molti ma molti più voti della mia coalizione". Poi il eader di Grande Sud parla del suo impegno per la sburocratizzazione: "Rivoluzioneremo i metodi burocratici siciliani. Ė impensabile che ci siano quindicimila richieste di autorizzazioni edilizie bloccate alla sovrintendenza regionale, cioè tre punti in meno di pil. Un'enormità".
Nel pomeriggio Dario Franceschini, capogruppo Pd alla Camera, ha tenuto una conferenza stampa a Palermo, nel corso della quale ha voluto anche lui smentire qualsiasi patti clandestino: "Non c'è nessun patto tra Crocetta e Miccichè. Si gioca tutto pochi voti, con un sistema a turno unico, e quindi faccio un appello agli elettori perché ogni singolo voto può essere determinante e non va sprecato.
Anche il leader Udc, Pierferdinando Casini, da Caltanissetta smentisce qualsiasi inciucio: "Non ci credo assolutamente, questo fa parte delle polemiche della campagna elettorale. Io penso che Crocetta, come ogni candidato alla presidenza, debba chiedere i voti degli elettori, da quelli che sostengono Grillo a tutti gli altri".