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Quel sistema di ''abusiveland'' chiamata Triscina

 

TriscinaLa cultura dell'abuso necessario. Parliamo di circa 5000 costruzioni abusive realizzate sulle dune sabbiose in una delle zone più ricche un tempo di biodiversità della Sicilia occidentale.
Nonostante la legge regionale n.78/'76 sancisca la totale inedificabilità della fascia costiera per una lunghezza dalla linea della battigia di almeno 150 metri,  a poche centinaia di metri dall'area archeologica di Selinunte, esiste quel sistema di "abusiveland" chiamata Triscina.

Non abbiate paura perché il sindaco di Castelvetrano unitamente alla forza prepotente della regione ha deciso con pugno duro di abbatterne 500! E già, anziché inviare l'esercito con le ruspe per demolire le altre 4500 costruzioni abusive e decorare il sindaco per il timido inizio di lotta reale all'illegalità diffusa e direi sedimentata "culturalmente", riuscendo così finalmente a sancire che i diritti e le regole di cui una comunità si dota (lo stato italiano)valgono di più del diritto del "singolo" a costruire dove e come vuole, tutto sembra tacere, infondo importa a pochi!

Ma facciamo un passo indietro. Circa 200.000 sono in Sicilia le costruzioni abusive realizzate lungo i circa 998 km di costa. Di questi, circa 140 Km sono gravemente interessati dal fenomeno di erosione e soprattutto nella zona orientale dell'isola si uniscono al pesantissimo debito ambientale prodotto dalle raffinerie di prodotti sintetici di Milazzo, Priolo, Melilli, Augusta e Gela.
Ma cosa si nasconde veramente dietro l'ombra del termine "abuso" e quale il danno non solo fisico e tangibile ma bensì culturale e di immagine nel mondo?

Per sgomberare il campo da equivoci, chi scrive è pienamente convinto che qualunque sia l'abuso perpetrato a danno di altro singolo e peggio ancora a danno della collettività, vada severamente punito senza alcuna possibilità di appello!
Ma l'abuso è subdolo e l'abusivo spesso empatizza un po' troppo con quella parte del nostro cervello votata all'irrazionale bisogno di credere che esistano in fondo delle attenuanti: "In fondo al suo posto anche io ..." "beh!sono sempre i risparmi di una vita" " se lo stato vigilasse di più ..."

Come se l'abusivo ed il suo abuso non entrassero a gamba tesa direttamente nelle nostre vite, dimentichiamo cosa significa "spirito di comunità", diluendo sempre più il ruolo dell'etica nelle nostre vite demandando alla sola etica politica il vizio dell'abuso abusivo.
Ma tutto questo ha un costo reale che tutti paghiamo e che solo un atteggiamento culturalmente adeguato potrà nei decenni a venire cambiare.

Cerchiamo allora di esser chiari!
Abusivi erano il 70% delle costruzioni abbattute a Giampilieri dalla forza livellatrice della natura. Abusive sono le bruttissime costruzioni a ridosso della valle dei Templi di Agrigento, compresi gli hotel che traguardano il miracolo del Tempio dorico della Concordia ed i piloni del viadotto Morandi fondati sulla necropoli greca sottostante! Abusiva è la totalità della frazione di Triscina come tutte le ville costruite dalla famiglia mafiosa dei Greco a Pizzo Sella, prive tutte di licenze edilizie o avute con dolo.
Ma abusivo è anche costruire un altro piano "per il figlio" sopra un edificio che non può sopportare anche quel peso e che come successo nell'inverno del 2012 a Palermo in Via Bagolino, uccide cinque persone, le più lente a scappare! Abusivo è tagliare o aprire varchi su un muro portante indebolendone per sempre la capacità di resistere al prossimo sisma, eliminare lo scomodo pilastro in cemento armato per far posto alle auto ( arenella 2010).

Abusivo è il parcheggiatore che chiede il pizzo presso tutti i luoghi di svago nelle sere estive ed ai concerti!Abusivo è parcheggiare l'auto nello spazio riservato ai diversamente abili.
Abusivo è costruire senza rispettare le norme di buon senso che uomini migliori degli " abusivi" hanno pensato per governare l'anarchia del caos che genera chi pensa di esser più furbo di chi invece dalla sua parte, ha solo e soltanto la "cultura".
La cultura delle città invisibili di Calvino, delle severe bacchettate di Sciascia, degli sguardi attenti e lungimiranti di PierPaolo Pasolini sulle periferie degradate, la cultura che risiede nelle analisi sulla città fatte da Renzo Piano, la cultura della legalità e delle visioni positive di Danilo Dolci.
Le regole servono come serve che il territorio ricominci ad esser presidiato seriamente, ma da cittadini, impariamo ad assumerci le nostre responsabilità, a denunziare chi abusa, a guardar con disprezzo chi trasgredisce le regole di convivenza civile, come faremmo se davanti avessimo chi ruba le caramelle ad un bambino!

Solo l'uso cosciente e diffuso, cambio culturale, del "buon senso" ci salverà dal dilagante non-senso degli abusi prodotti sul paesaggio, dal realizzare altri danni ambientali come "triscina", dall'accettazione incondizionata della prossima sanatoria come santo gral da cui attingere nuova linfa vitale.

Nella valle del Belìce all'alba del sisma del 1968, Danilo Dolci ebbe a scrivere sopra le cadenti rovine intrise di paura che chi tace è complice.
Sarebbe bello poterlo smentire scrivendo la prima delle pagine luminose del riscatto culturale di una terra come la nostra dove l'abuso è da secoli visto non come l'affronto più grave che un uomo possa fare ad altro suo pari, ma come l'atto di furbizia estrema a danno del più debole.
No! Chi abusa è solo un "barbaro", e resto convinto che solo la bellezza ci salverà, bellezza che l'atto dell'abusare non contempla alla stregua del fenomeno stesso dell'abusivismo che deturpa per sempre il paesaggio a danno e soltanto della collettività.

Danilo Maniscalco - componente della commissione di architettura biosostenibile dell' ordine degli architetti paesaggisti pianificatori e conservatori della provincia di Palermo

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