Progetto Borsellino. Un nome dal sapore buono e che fa sentire al sicuro.
Un progetto che ha l'obiettivo di sollecitare la riformulazione dell'articolo 416 ter del codice penale che prevede l'ipotesi del "voto di scambio" politico elettorale.
A promuoverlo sono i suoi colleghi. Mille e-mail sono state inviate dalla fondazione "Progetto legalità - in memoria di Paolo Borsellino" a tutti i rappresentanti politici. "Il nodo mafia-politica resta purtroppo centrale – ha detto il sostituto procuratore Gaetano Paci, presidente della fondazione – ma la legislazione che dovrebbe punirlo resta inadeguata, perché prevede solo lo scambio politico elettorale tramite l'erogazione di denaro. E invece, il patto ha spesso ad oggetto favori, raccomandazioni, appalti, insomma un sistema che potremmo definire di cricche".
L'intento è quello di allargare l'applicazione dell'articolo 416 ter (che per ora sanziona penalmente solo l'ipotesi in cui si verifichi un versamento di denaro in cambio del voto) all'ipotesi in cui si verifichi la stipula di un patto tra il politico candidato e il mafioso, in cui il primo promette favori di qualunque tipo, al termine delle elezioni in cambio del sostegno elettorale.
Come ha ricordato il pm Nino Di Matteo presidente dell'Anm (associazione nazionale magistrati) di Palermo, Borsellino ripeteva che "non esiste solo la responsabilità penale, ma anche quella
etica e politica", il progetto non a caso è stato chiamato Borsellino, proprio perché il magistrato assassinato dalla mafia, già nel 1989 aveva parlato durante un incontro con degli studenti di Bassano del Grappa, delle difficoltà per la magistratura di punire il reato di voto di scambio.
"Questa iniziativa è un modo per ricordare Borsellino da vivo", dice il giudice Giovanbattista Tona, presidente dell'Anm di Caltanisetta. "Non è più tempo di commemorazioni di morti. Questa è una proposta a costo zero, ma probabilmente costerà tanto dal punto di vista politico e sociale".