I votanti potrebbero attestarsi su i 2 milione e 800 mila, dato certamente rilevante, ma che potrebbe non portare in realtà colpi di scena eclatanti. Bersani ha dalla sua l'apparato del partito, quelle che non vorrebbe essere “rottamato” e visto che il Partito Democratico non è proprio l'emblema di un partito di giovani sgomitanti, fatto salvo ovviamente Matteo Renzi, alla fine potrebbe essere proprio il segretario del partito ad avere la meglio. Renzi, in tutta la sua campagna elettorale, ha parlato con il così detto voto d'opinione, trascurando, forse un poco troppo, proprio il voto d'apparato. Il PD è storicamente un partito fatto di sezioni e circoli, di amministratori locali molto legati alla storia cinquantennale della propria casa politica. Oltre a ciò, ormai con le politiche alle porte e una legge elettorale non riformata, c'è da chiedersi chi può realmente garantire i collegi e i posti in lista se non chi oggi detiene le redini del tutto. Tra poco si potranno avere le prime proiezioni sul voto. La lotta comunque sembrerebbe essere a due, voci interne, se pur caute, vedrebbero Bersani in vantaggio su Renzi. Si attende un buon risultato di Vendola e del vincitore morale dei confronti TV Tabacci. Comunque vista l'affluenza il successo c'è. Voci interne al PD darebbero Bersani al 46% e Matteo renzi al 34% con Ventola intorno al 15% secondo alcuni exit poll.
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