Ci sono voluti dodici anni di vere e proprie guerre legali per arrivare alla sentenza della Corte di Cassazione, ultimo grado di giudizio. Parliamo di Pizzo Sella o, se preferite, della "collina del disonore" o dell' albero di Natale. Il più classico e forse celebre dei casi di abusivismo edilizio venuto alla ribalta delle cronache, dopo la scoperta che fu la mafia a costruire, con la connivenza dell'allora Sindaco di Palermo, Vito Ciancimino, e di una schiera di funzionari e dirigenti comunali. Era l'era del "sacco di Palermo", l'era della cementificazione ad oltranza, l'era della distruzione del volto liberty della città. Oggi, a undici anni da quella sentenza, la situazione è sempre la stessa. Gli scheletri degli immobili sono ancora lì, altre ville sono disabitate ed in stato di abbandono, altre sono abitate. Il Comune di Palermo, secondo quanto previsto dal dispositivo della sentenza in ultimo grado, ha riacquisito nel proprio patrimonio tutti gli immobili di Pizzo Sella e.......e basta!!! In undici anni non ha fatto altro. Eppure, avrebbe dovuto provvedere alla demolizione degli scheletri, delle ville confiscate, alla rimozione delle macerie ed al ripristino del verde montano. Ma non l'ha mai fatto. La cosa tragica, e ridicola allo stesso tempo, è che la legge italiana, per il reato di "non ottemperanza" ad una sentenza, da parte di una pubblica amministrazione, preveda soltanto una sanzione amministrativa. Ci chiediamo che senso abbiano avuto le battaglie legali durate più di un decennio? Ci chiediamo quante centinaia di milioni, se non miliardi, delle vecchie lire siano stati buttati via inutilmente? No, non ce lo chiediamo. Ci chiediamo altro..e puntiamo l'indice. Sul vigente Piano Regolatore di Palermo, l'area di Pizzo Sella è un'area di verde montano, di riserva naturale, ed è anche un'area ad alto rischio idrogeologico. Detto ciò, ci chiediamo come sia stato possibile, per il Comune di Palermo, effettuare le opere di urbanizzazione in quell'area? Per i non addetti ai lavori, le opere di urbanizzazione sono gli impianti elettrici di pubblica illuminazione, le reti idriche, i sistemi fognari e le condutture per il gas. Come è stato possibile, signor Sindaco, signori assessori, che nessuno ci abbia fatto caso? Eppure, è un'area a verde montano, eppure è una riserva naturale, eppure è un'area ad alto rischio idrogeologico. Ma in casi come questi, i signori consiglieri comunali, primi controllori della macchina amministrativa della città, dormivano tutti e continuano a dormire? Noi non ci fermeremo......e pretenderemo risposte, anche a nome di coloro che hanno sacrificato la vita per un'ideale di giustizia.
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