Aspettavamo la replica di Stefania Petyx su quanto riportato da noi ieri in merito alla vicenda del call center impazzito dell'AMIA. Purtroppo, mancava ancora un passo fondamentale nella chiusura della vicenda, ovvero la verifica sul campo. Ecco come è andata.
Per chi non fosse ancora a conoscenza dell'intera storia, basti sapere che Striscia la Notizia aveva evidenziato l'esistenza di un numero verde messo a disposizione dell'AMIA per il servizio ai cittadini che rispondeva con frasi insensate alle richieste fatte.
Il giorno dopo, l'AMIA ha fatto sapere come il numero verde per l'assistenza ai clienti fosse un altro e che quello registrato nel servizio della Petyx fosse un risponditore automatico ancora in fase sperimentale, aggiungendo come il team che aveva provveduto alla creazione del servizio di risposta automatica fosse comporto da lavoratori interni all'azienda che operano in una struttura a Brancaccio.
Per sostenere la sua tesi, la Petyx sosteneva che il numero verde facesse direttamente riferimento ad AMIA a causa di una serie di indicazioni reperite da Internet, come ribadito ieri sera. Da una verifica diretta sul campo, negli edifici di viale Praga 45 non risulta alcun ufficio riconducibile all'AMIA.
Una verifica diretta che questa mattina ci ha visto sul posto a cercare direttamente, nonostante i risultati riscontrati su Internet, l'esistenza di un ufficio legato ad AMIA. Lavorare sulla Rete significa anche essere consapevoli che un errore, quale quello messo in luce dalla Petyx, può riprodursi all'inifinito e l'unico modo per evitare "l'effetto Canzona" è fare una verifica diretta.
Il lavoro svolto in questi anni dalla Petyx non è sicuramente in discussione, un errore può capitare, ma chi lavora nel settore ha il dovere di riconoscere cosa è spettacolo e cosa è informazione. Rimane solo da capire quale inviato di Striscia la Notizia porterà il Tapiro d'oro all'investigatrice in giallo.