La candidatura del trentenne Massimo Costa, Presidente del Coni, a Sindaco di Palermo, in queste ultime ore è stata per certi versi una sorpresa. Una sorpresa per alcune delle stesse forze politiche terzopoliste che hanno appreso, come si dice in questi casi, la notizia dai giornali, ma anche una sorpresa dal punto di vista delle reazioni trasversali, anche troppo, di plauso per la possibile scelta, in testa Miccichè. A nostro avviso è proprio qui che la questione non torna. La candidatura di Costa viene proposta da MPA, che a questo punto dobbiamo dare per componente ufficiale del Terzo Polo in Sicilia, (qualcuno avverta Cracolici e Lumia) e FLI. Costa viene raggiunto telefonicamente dallo stesso Fini e Lombardo, gli unici che hanno preso la decisione, e gli viene comunicato che lui è la persona adatta, almeno per ora. A UdC viene fatta una telefonata, meglio di niente, ad API manco quella... Alla faccia della tanto declamata unione del Terzo Polo in Sicilia.
Che la candidatura di Costa, in questo momento non sia sbagliata dal punto di vista strategico e politico, potrebbe essere vero. Per capirlo bisogna chiedersi chi è Massimo Costa? Oggi è Presidente del CONI in Sicilia, (carica che dovrebbe lasciare immediatamente se la sua candidatura fosse confermata), ma non essendolo diventato “per meriti sportivi” c'è da chiedersi come sia arrivato a una così prestigiosa carica. E allora bisogna parlare di politica. La sua appartenenza politica, non ne fa certo mistero neanche lui, è strettamente legata al PdL e in particolare al Presidente dell'ARS Francesco Cascio. Infatti è da quando Cascio ricopriva la carica di Assessore Regionale allo Sport che inizia la carriera sportiva di Costa, che entra in CONI come consigliere provinciale; e da lì, parliamo di qualche anno, cresciuto Cascio cresciuto Costa. Fino a ieri, in una telefonata tra Costa e un dirigente di API, trapela che è lo stesso Costa, che scusandosi per non essere riuscito ad avvertire in tempo tutti... (pur capendo che il ragazzo si sente già nel ruolo, comunque forse non avrebbe dovuto avvertire lui) dichiara che proprio lui potrebbe essere l'uomo giusto per riunire il centro destra a Palermo, vista, per l'appunto, la sua vicinanza a Cascio. Che si possa passare da La Galla, allo stesso Miccihè ad una convergenza univoca su Costa, conoscendo fatti e persone, per lo più con un centro-sinistra riunito, sembra alquanto improbabile. È molto più plausibile che l'operazione Costa sia da considerarsi una prova tecnica di “sintesi riunificatrice” per il centro destra. Il ragazzo è giovane e sacrificabile e comunque il suo posto di prestigio già la politica glielo ha dato. In attesa di un nome vero API, De Luca e Vizini provano a dialogare insieme e i Big aspettano che le acque da torbide, diventino più trasparenti...