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Agenzia di Stampa Italpress

Per il nuovo anno un solo proposito: assumiamoci le nostre responsabilità

 

Quanti buoni propositi, tipici dell'inizio di un nuovo anno, andranno dimenticati o puntualmente disattesi. Parecchi, se non tutti. Ci sono i buoni propositi che attengono alla sfera dell'intimo, della vita personale, familiare, sentimentale, lavorativa. Magari qualcuno di questi si salverà, perché sono sinceri, il risultato di una riflessione, di un consuntivo, di un sentito mea culpa. Sono quelli che riguardano la sfera pubblica, le responsabilità come cittadini o come rappresentanti delle istituzioni che, invece, sembrano destinati al macero. Noi palermitani vogliamo a gran voce, giustamente, una città più vivibile, più pulita, più civile, pretendiamo dall'Amministrazione comunale, dal Sindaco, risultati concreti e nel minor tempo possibile, però continueremo a posteggiare in doppia e tripla fila, a non rispettare le regole più elementari, a non pagare il biglietto dell'autobus, a praticare l'abusivismo, a gettare i rifiuti per terra, a sporcare ville, parchi e giardini, a non curare i beni comuni, gli animali, l'ambiente. Noi cittadini di questa martoriata Sicilia imprechiamo, giustamente, contro la politica e i politici che col clientelismo foraggiato dal denaro pubblico e col malaffare, nella peggiore delle ipotesi, o a causa d'ignoranza e impreparazione, nella migliore, hanno massacrato valori, risorse, opportunità uniche trascinandoci nel baratro in cui ci troviamo, però, nel momento decisivo del voto, dentro la cabina elettorale, mettiamo un bavaglio alla coscienza e continuiamo a votare gli stessi, si, quegli stessi politicanti autori dei peggiori misfatti, e li osanniamo pure; ci ostiniamo a cercarci la raccomandazione, perché ci "scoccia" fare la fila, a chiedere come favore ciò che è un diritto. I politici, a loro volta, si riempiono la bocca di parole e frasi come,' lavoriamo per l'interesse dei cittadini', 'dobbiamo guardare ai bisogni concreti della gente', e via dicendo, poi, nei fatti, rinchiusi dentro i palazzi del potere e dei partiti, si attardano nella conservazione dei loro privilegi, nelle alchimie stantie sulla composizione e scomposizione degli schieramenti, sui rimpasti, sull'occupazione delle poltrone e delle postazioni che contano; alcuni, troppi, ce lo rivelano le cronache giudiziarie e le sentenze dei tribunali, addirittura li sorprendiamo ad avere rapporti perversi con mafiosi e amici dei mafiosi, alla faccia della legalità, dell'etica e dell'integrità degli uffici che ricoprono. Nel frattempo famiglie e imprese sono al collasso, la disoccupazione, soprattutto giovanile e femminile, non è più un problema ma una piaga, la pressione fiscale aumenta, nonostante un governo nazionale bugiardo ci voglia convincere del contrario. Allora, una sola considerazione finale. Gli anni passano comunque, ma siamo noi che possiamo dare un senso al trascorrere del tempo. Dobbiamo riprendere in mano il nostro destino, recuperare la capacità d'indignarci e al contempo, cambiando mentalità e usanze, di assumerci le nostre responsabilità. Dobbiamo ritrovare il gusto alla rivolta, la rivolta morale, civile, per tutto ciò che non va, soprattutto per le gravi ingiustizie che quotidianamente sono perpetrate ai danni dei più deboli, dei sofferenti, di chi non ha 'santi in paradiso', penso a chi non ha cibo, casa, indumenti, assistenza, calore umano. Finalmente mandare a casa, definitivamente, politicanti, corrotti e amici dei mafiosi, scacciarli dal tempio. Il resto è rassegnazione, la morte di ogni speranza di futuro, o vacuità; inutile passatempo o ipocrisia salottiera.

Pippo Russo