Un gruppo teatrale composto da attrici non professioniste, Alesandra Pipitone, Elisa Bisignano e Marianna Ippolito,capitanate dalla più esperta Francesca Vaccaro, che attrice lo è, porta in giro per Palermo la "tragedia" di Pentesilea, riadattata ai nostri giorni.
Le interpreti, esibendosi su prosceni improvvisati ed accomodati, riescono con la loro carica, la loro voglia ed il loro talento ad animare e zittire le atmosfere mutevoli dello spettacolo. Pentesilea, regina delle amazzoni, combattè a Troia, al fianco dei troiani dopo la morte di Ettore , contro Achille ed Agamennone. Fu uccisa proprio da Achille al primo scontro, il quale dopo averla trafitta con la lancia, afferrandola per i capelli la disarcionò, accorgendosi della sua stupefacente bellezza.
Achille ne voleva onorare il corpo, e si narra che peccò anche di necrofilia, ma Diomede glielo impedì, gettando il cadavere nello Scamandro. Achille lo recuperò segretamente e, infischiandosene delle ire di Tersite e di Diomede, diede sepoltura al corpo con tutti gli onori. Questa la storia. La rappresentazione è un attacco tremendo alla realtà attuale, una Pentesilea gravida che esterna le speranze perdute, la rabbia, la disillusione. Lo fa con una ferocia disumana, carica dell'astio verso l'uomo, principale colpevole del suo stato.
Il messaggio, forte e dirompente come un tuono, è rivolto alla società e ad un teatro sempre più ingessato in antiche strutture e con attori mutilati della propria capacità espressiva da "plastificazioni" imposte. Come gli antichi avanguardisti del teatro shakespeariano, Pentesilea fruisce di ogni luogo possibile per rappresentarsi e denunciare anche l'assenza di spazi idonei alle compagnie itineranti.