Secondo T. Dethlefsen psicologo e psicoterapeuta tedesco, la polarità è la base della nostra esistenza e il mondo fenomenico non ci offre un solo esempio di prodotto o fenomeno che non abbia il suo opposto. Anzi, il nostro pensiero è totalmente incapace di concepire un fenomeno privo del proprio contrario. Infatti, esistono il giorno e la notte, il buio e la luce, il più e il meno.
Un solo essere non è soggetto alla polarità: Dio. Ed è proprio per questo motivo che non riusciamo ad immaginarlo. Se però tentiamo di farci un'idea di Dio, lo pensiamo automaticamente nella consueta polarità: Dio diventa Padre e Figlio, Dio benevolo e Demonio. Sono tutti tentativi, da parte nostra, di immaginare il non immaginabile.
Anche qui, riscontriamo la legge della polarità: se esiste qualcosa che possiamo immaginare, deve esistere anche ciò che non possiamo immaginare!
Se è vero che la polarità genera tensione essa è presupposto e causa di ciò che esiste, di ciò che è vita, movimento, attività.
Senza polarità non esiste nulla!
Sempre per la legge della polarità: se esiste un "aldiquà" deve esistere anche un "aldilà". L'aldilà esiste perché è il polo opposto dell'aldiquà.
Nell'aldiquà noi abbiamo un corpo di materia, tuttavia, sappiamo che se esiste la materia, deve esistere anche la non materia(gli scienziati oggi la chiamano anti-materia). Psicologi e teologi parlano di anima, anche se intendono cose molto diverse. Solo per quanto concerne la materia e il corpo sono tutti d'accordo. Questa concordanza di opinioni ha indotto gli studiosi a concentrarsi sulla materia, negando l'esistenza di tutto il resto. Eppure quando qualcuno muore diciamo che la "Vita"lo ha abbandonato. Ma che cos'è la Vita? Una cosa materiale? Certamente no, altrimenti gli scienziati l'avrebbero "imbottigliata"da un pezzo! Quindi, deve esistere qualcosa che non è materiale ma che ha la capacità di unirsi alla materia e di organizzarla. "Un principio organizzatore" che cooperando con la materia del corpo dà luogo ad un organismo vivente. Quando moriamo, questo principio organizzatore che chiamiamo anima, abbandona il corpo. Dunque possiamo dire che l'anima è l'istanza individuale dell'uomo, è ciò che avvertiamo costantemente come Io e che è indipendente dalle cellule del corpo che si rinnovano costantemente. La morte è il polo opposto della vita, ma ciò significa semplicemente, che senza morte non esisterebbe vita. Quindi la morte non è qualcosa che minaccia la vita dal di fuori, ma una componente interna ed essenziale alla vita stessa.
In origine tutte le religioni conoscevano l'unità vita-morte. Anche Cristo per donare la "vita eterna" dovette morire. Quindi sarebbe opportuno non minimizzare o banalizzare la morte, ma piuttosto affrontare il tema e individuare il piano sul quale il problema morte trova la sua soluzione. Ma perché quasi tutti noi abbiamo paura della morte? Forse perché erroneamente ci identifichiamo col nostro corpo materiale, invece che col nostro Io psichico. Ma come possiamo raggiungere la completezza della Vita se ne ignoriamo la metà? Per comprendere la Vita bisogna comprendere prima di tutto la morte. "Non imparerà a Vivere chi non ha imparato a morire".
di Bruna Masi