Per essere “partiti” i “partiti” sono partiti... ma chi tornerà... all'ARS. La campagna elettorale è finita, il silenzio di legge regna sovrano nelle 24 ore prima del voto. Sono dieci candidati alla poltronissima di presidente, diciannove le liste, 1.629 i candidati per i novanta banchi del Parlamento Regionale.
Ma qualcosa è profondamente cambiato rispetto alle precedenti regionali, quelle del 2008, quando i candidati alla presidenza erano cinque a dividersi l'appoggio di 18 liste. Oggi i candidati alla presidenza più accreditati hanno solo 4 liste correlate, oltre la metà delle scorse elezioni. La frammentazione percentuale del voto è praticamente raddoppiata. Ciò vuol dire che non potremo più aspettarci consensi “bolscevichi” su un candidato alla presidenza rispetto ad un altro, bene che vada avremo un presidente della regione eletto con poco più del 30% del consenso. Ricordiamo che alle ultime regionali Lombardo fu eletto con il 65,3% dei voti.
Ad aumentare il grado di incertezza due elementi nuovi e per certi versi conseguenziali alla situazione generale: il primo legato al fenomeno Grillo, che certamente avrà un risultato molto diverso dal 4,24% del 2008 sempre se l'equazione “piazze piene urne piene” regga. Il secondo dato dall'unico elemento statistico su cui sembrano essere tutti concordi, oltre il 30% dei votanti ancora non ha deciso per chi votare e a sentirne la voce, deciderà solo al momento in cui sarà dentro la cabina elettorale.
Comunque si voglia “giocare” con i numeri, Domenica dalle 08 alle 22 i siciliani andranno a votare e faranno la loro scelta.
In bocca al lupo Sicilia!