Beni per oltre un milione di euro sono stati confiscati dalla Guardia di Finanza di Palermo a Salvatore Biondino, un esponente di spicco del mandamento mafioso palermitano di San Lorenzo condannato all'ergastolo per le stragi di Capaci e di via D'Amelio.
Il boss, secondo le ricostruzioni processuali, prese parte all'organizzazione delle stragi del 1992 in cui morirono i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e gli agenti di scorta.
Sottoposto alla confisca dei beni anche un altro uomo d'onore del mandamento di San Lorenzo, Salvo Biondo, anch'egli coinvolto nella strage di Capaci, nella quale si sarebbe occupato di occultare l'esplosivo e di trasportarlo nel cunicolo dell'autostrada tra Palermo e l'aeroporto.
Le indagini patrimoniali, svolte dalle Fiamme Gialle, hanno fatto luce su un patrimonio che faceva riferimento ufficialmente a quattro prestanome, ma che in realtà era riconducibile agli esponenti di Cosa nostra. I beni confiscati sono 5 locali commerciali di notevoli dimensioni, ospitanti tre avviatissime attività commerciali in viale Regione Siciliana (vedi foto a sx) e tre terreni destinati a parcheggio.