La massa votante è disorientata lo è dai tempi di un bipolarismo mai riuscito in cui le parole desta e sinistra non sono mai riuscite a sganciarsi dal cordone ombelicale del centro. Del resto sempre di centro-destra o di centro-sinistra si è parlato nel dibattito politico degli ultimi vent'anni. Una desta conservatrice troppo timorosa dei retroscena sociali che porta nel proprio grembo la concettualizzazione dell'essere di destra, con una sinistra che, non da meno, dalla caduta del muro di Berlino ha preferito auto dichiararsi superata rispetto all'ardua prova di far capire di essere qualcosa di diverso da quella “bolscevica”. Tenui in questi anni, anche i tentativi, bi-partisan, nel provare a declinarsi progressisti, un paravento degenerativo nel tentativo di arginare la sgretolazione di alleanze da subito concepite più sulle percentuali numeriche e sui seggi, che su reali intenti di progettazione evolutiva del sistema politico Italiano.
E, se nei vecchi detti vi è sempre una ragione d'essere, è il caso di dire che tra i due litiganti è il terzo a “godere”. Così è, che oggi, l'orgasmo d'annunziano sta proprio al centro. Quel centro democristiano che dopo aver governato l'Italia per un quarantennio, anche nel suo picco più negativo, è sempre riuscito a rimanere ago della più starata delle bilance. La politica Italiana.
I primi segnali, sfuggiti forse ai più, arrivarono appena qualche mese fa in occasione delle amministrative di Palermo, in cui, nonostante il dirompente effetto Orlando, l'aria inequivocabilmente centrista, se pur spaccata in due liste ( Udc 7,66% e Cantiere Popolare 6,18%) ottenne un complessivo 13,84%. Nella propria sommatoria primo partito della città. Dato confermato anche nelle appena trascorse consultazioni regionali, in cui l'UdC ha ottenuto il 10,47% e il Cantiere Popolare di Saverio Romano il 7,54% per un totale del 18,01%. Anche in quest'ultimo caso, nella sommatoria, primo partito in Sicilia.
Come non pensare che questo non si inquadri nell'andare a braccetto del Partito Democratico (ex Partito Comunista) con L'UdC di Casini (mai ex democristiano) e con i proclami di uno come Luca Cordero di Montezzemolo, che oltre a un cognome molto lungo, trascina con se scenari d'apparato da far invidia.
Tutti nuovamente al centro. Centro pieno. Un centro che non cerca ma, in piena dottrina cristiana, “accoglie”. Un imbuto troppo grande in una bottiglia che rischia di essere ancora... troppo piccola.