IUC, TARI, TASI, IMU, un incredibile groviglio di sigle e acronimi, voluto dal legislatore nazionale, che possiamo cumulativamente tradurre con una sola parola ben più comprensibile, al di là delle differenze tecniche: TASSE. Non voglio addentrarmi nel dettaglio, mi limito a una brevissima illustrazione. Poi, una domanda ai nostri amministratori e ai consiglieri comunali. La IUC è l'Imposta Unica Comunale che comprende: la TASI, Tariffa sui Servizi Indivisibili (es. illuminazione pubblica, verde, anagrafe, manutenzione delle strade, cimiteri, sicurezza, ecc.), la TARI, che sta per Tariffa Rifiuti, sostituisce la precedente Tares, e l'IMU, Imposta Municipale propria, è una tassa sulle case diverse dall'abitazione principale. Sappiamo, noi palermitani, che a partire dal 16 settembre saremo bombardati da una serie di adempimenti fiscali fino alla fine dell'anno. La concentrazione in pochi mesi del pagamento di diverse tasse, tariffe e imposte è stata definita, tanto per rendere l'idea, INGORGO FISCALE. Riassumendo: entro il 16 settembre dovremo pagare l'acconto della Tari (rifiuti), pari alla metà di quanto versato nel 2013 per la Tares (attenzione, non arriverà alcun bollettino); entro il 31 dicembre il saldo Tari (in questo caso arriverà a casa il bollettino). L'altra scadenza, quella del 16 ottobre, è riferita all'acconto della TASI (servizi indivisibili), sempre che il Consiglio comunale riuscirà ad approvare entro il 10 settembre le nuove tariffe, sennò si verserà tutto a saldo il 16 dicembre con l'aliquota minima dell'1 per mille (in atto l'aliquota è stata fissata al 2,9 per mille). Infine il 16 dicembre è l'ultima data utile sia per il saldo TASI sia per il saldo dell'IMU sulla seconda casa, dopo l'acconto versato a giugno. Siamo, sostanzialmente, all'impazzimento. MA VOGLIO CONCENTRARE L'ATTENZIONE dei lettori, come anticipato all'inizio, su una domanda secca, precisa, rivolta agli amministratori di Palazzo delle Aquile e ai consiglieri comunali di Sala delle Lapidi: PERCHE' NON AZZERARE LA TASI? Mi spiego. Ai sensi del comma 676 dell'art. 1 della legge n.147 del 27 dicembre 2013 il Consiglio comunale può ridurre, fino all'azzeramento, l'aliquota relativa alla TASI (servizi indivisibili) a patto, però, che ciò non comporti uno squilibrio di parte corrente per il bilancio comunale. In poche parole, l'azzeramento se lo possono permettere i comuni con i conti a posto. Ecco, i conti a posto, un'espressione che abbiamo sentito pronunciare parecchie volte, in pubbliche dichiarazioni, dai nostri amministratori comunali. La domanda: Se i conti sono a posto, cioè se il bilancio non ha sofferenze, e non abbiamo alcun motivo di dubitare delle affermazioni di chi ci governa, perché non utilizzare l'opportunità offerta dalla legge di non fare pagare ai palermitani la TASI? In via subordinata, in ogni caso, perché non limitarsi all'aliquota base dell'1 per mille, invece dell'aliquota del 2,9 per mille già stabilita? Possibile che non ci siano altre forme, tagli di costi improduttivi, migliore utilizzazione del patrimonio immobiliare comunale, anche attraverso vendite, per alleggerire la pesante pressione fiscale sui palermitani? I cittadini attendono una risposta.
Pippo Russo