Un lungo incontro sul tema Amia/emergenza rifiuti si è tenuto ieri in Prefettura con il nuovo commissario di Palermo Luisa Latella. Le vasche di Bellolampo sono sature e la Regione ne ha disposto la chiusura che dovrà avvenire entro venti mesi. Sembra fiducioso Vincenzo Giordano, dirigente generale del Dipartimento delle Acque e dei Rifiuti, secondo cui L'Amia avrebbe presentato "un ottimo progetto" e secondo cui, il problema potrà essere risolto. Per l'allineamento delle vasche e la copertura finale, ci vorranno circa 18 mesi. E Ieri intanto si è deciso che ci saranno dieci giorni di tempo per verificare la disponibilità finanziaria del Comune di Palermo per adeguare il contratto di servizio di Amia ed è stata fatta richiesta di una riunione con i consiglieri comunali edi un incontro la prossima settimana sul trasferimento di circa 3 milioni 400 mila euro da Amap ad Amia per le retribuzioni dei 174 dipendenti di Amia Essemme che si occupano di pulizia delle caditoie. E' stata invece congelata, l'ipotesi mobilità per alcuni dipendenti , che i commissari Amia avevano avanzato nei giorni scorsi, scatenando le proteste. Secondo il consigliere comunale Alberto Mangano è urgente che il consiglio comunale incontri i commissari dell'Amia. "L'incontro tenutosi in Prefettura sul problema dell'Amia - dichiara Alberto Mangano - rende ancora più urgente la seduta di consiglio comunale. Chiederò quindi al Presidente Campagna di concordare con i commissari entro i prossimi giorni una data nel più breve tempo possibile. L'emergenza rifiuti in città non è più tollerabile - continua il consigliere - e i commissari dovrebbero preoccuparsi maggiormente di come sono erogati questi servizi collegando la gestione economica dell'Amia ad un ciclo virtuoso dei rifiuti. Il risanamento finanziario dell'azienda - prosegue Mangano - dovrà necessariamente coinvolgere il consiglio comunale, così come auspicato dal Commissario straordinario Latella e proprio dall'Aula dovranno pervenire proposte per migliorare la qualità del servizio da erogare ai cittadini. Infatti la gestione dissennata e clientelare di Galioto e del centrodestra è stata fortemente condizionata dall'impostazione data al ciclo dei rifiuti, finalizzato esclusivamente all' l'incenerimento. Questa situazione - conclude il consigliere - ha prodotto un aggravio di costi per l'Amia e cospicui mancati introiti che sarebbero potuti deviare dalla raccolta differenziata rimasta a livelli esigui e dalla mancata realizzazione degli impianti necessari ad una corretta gestione del ciclo dei rifiuti".
Un' azienda l'Amia, che per quanto cerchi di convincerci con campagne pubblicitarie e cassonetti per la raccolta differenziata, vive invece sull' indifferenziato, visto che non ha impianto di selezione per ottenere una raccolta differenziata accettabile dal Conai. Tre dovevano essere gli impianti. Due, progettati e approvati anni fa non sono mai stati realizzati (l'interesse forse era tutto per l'inceneritore?), il terzo, costruito con fondi europei, non può essere utilizzato perché ricade in zona turistica.
Ricordiamo , perchè a quanto pare la memoria non assiste soprattutto chi dovrebbe, che la discarica di Bellolampo, ricade in zona Sic (sito di interesse comunitario) e Zps (Zona di protezione speciale in tutta la Sicilia), dove è impossibile costruire quindi. Nel 2007 l'allora assessore regionale al Territorio e Ambiente, Rossana Interlandi, aveva emesso due decreti assessoriali coi quali revoca i divieti di costruzione in queste zone, decreti in seguito sospesi dal TAR di Palermo . Costruire quindi a Bellolampo è vietato.
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