Finalmente l'estenuante confronto politico, partito dalle primarie del centrosinistra, per arrivare agli undici ufficiali candidati a sindaco e conclusosi al ballottaggio tra Orlando e Ferendelli, è finito. Palermo in un martedì un po uggioso si sveglia con un nuovo sindaco e una nuova squadra di governo. I palermitani si svegliano con una gran voglia di futuro, di prospettiva, di stabilità e di buon governo, guardando a Leoluca Orlando come si guarda un vecchio amico che non si vedeva da molto tempo e non si sa come, e se sia cambiato rispetto all'ultima volta. Orlando è uomo di capacità e dedizione, un battitore libero, un uomo politico che “funziona” se libero e fuori dalle logiche di schieramento e dalla burocrazia politica, del resto tutta la sua strategia che lo ha portato neanche troppo a sorpresa, a candidarsi è stata studiata proprio in tal senso. Essere eletto e esserlo da solo, lui i suoi storici e immutabili uomini, collaudati e di fiducia esenti da scivoloni. Non c'è dubbio che se l'obbiettivo era questo c'è riuscito, Orlando governerà la città per i prossimi cinque anni supportato anche da una maggioranza assoluta in Consiglio Comunale. Una responsabilità grande che in queste condizioni dovrà assolvere senza se e senza ma, ma soprattutto senza colpe da poter imputare al passato, la situazione in cui versa la città dal punto di vista sociale e occupazionale e il quasi default in cui si trova il bilancio del comune era cosa ben nota a tutti da mesi se non da anni. Chi amministra oggi, non ha alibi regressi a cui appoggiarsi, può scegliere solo la via della verità, tracciare una strada rendendo tutti i cittadino consapevoli che questa è molto più che in salita, quegli stessi cittadini che non sono cosa di versa da chi amministra, che ogni giorno devono fare la loro parte, nel quotidiano in modo giusto e costruttivo, rigenerando la consapevolezza che ognuno di noi è parte di qualcosa di più grande, è parte di una comunità.
È il momento in cui ognuno faccia la propria parte, con occhio vigile vero chi amministra ma cosciente delle proprie responsabilità perché, se la città è sporca c'è certamente chi non la pulisce pur dovendolo fare, ma c'è anche chi la sporca e potrebbe non farlo....