Il presupposto essenziale per noi cittadini non è certo la legittimità giuridica o meno di una società pubblica chiamata svolgere il delicatissimo e fondamentale ruolo di tenere la città pulita. Palermo è da anni ormai che subisce sia la maleducazione dei propri abitanti ma al pari l'inefficienza del servizio pubblico di raccolta dei rifiuti solidi urbani. Cassonetti sempre stracolmi, cumuli di rifiuti ovunque, sterpaglie che diventano rete per sacchetti e cartacce, cestini getta carta per il 60% rotti e i restanti stracolmi al punto da non potergli inserire neanche una cicca di sigarette. Una situazione sotto gli occhi di tutti, una città senza decoro e per certi versi senza alcuna dignità e rispetto per se stessa. Ma oltre a ciò, come se non bastasse ci sarebbe di più. Come hanno scoperto alcuni deputati del Movimento 5 stelle: "La raccolta dei rifiuti a Palermo è illegittima, la Rap, l'azienda tirata fuori dal cilindro del Comune, che ha sostituito l'ex fallita AMIA, opera in maniera non regolare, in quanto manca del requisito essenziale: l'iscrizione all'albo dei gestori ambientali.
"Dalla risposta alla richiesta di accesso agli atti da noi presentata al Ministero dell'Ambiente ed all'Albo gestori ambientali – afferma la deputata alla Camera, Claudia Mannino - si evince che la Rap, nata più di un anno fa, non è iscritta all'albo gestori ambientali, requisito fondamentale per poter operare la gestione dei rifiuti ed emerge che solo il 30 giugno 2014 la Rap ha fatto richiesta all'albo di voltura dell'iscrizione di Amia a suo favore. Fermo restando che la legittimità e il risultato della procedura di voltura sono tutte da verificare, è evidente che la sola richiesta non ha alcun valore. Ci chiediamo quindi come ha potuto la Rap raccogliere e gestire i rifiuti della città di Palermo da più di un anno? Le norme inoltre non prevedono la voltura e per iscriversi all'albo di gestori ambientali è necessario mettere del capitale a garanzia. La Rap quale e quanto capitale ha messo a garanzia?"
"Ora non si dica – continua Mannino - che il M5S vuole fermare la raccolta. Ovviamente è il contrario. Se Rap dovesse fallire, come Amia, la colpa non sarebbe della società, ma di chi gli assegna il ruolo senza verificarne le competenze. Non dimentichiamoci che Rap sta usando i mezzi di Amia. Ci spieghi, piuttosto, il sindaco, come sta gestendo i fondi che Roma gli ha mandato con il decreto delle emergenze ambientali dell'anno scorso".
"Non appena il consiglio comunale ha approvato di servizio della Rap ad un costo, per i cittadini, di 142 milioni di euro – afferma il deputato alla Camera Riccardo Nuti - il sindaco Orlando si è svegliato e ha scoperto che la città è sporca, guarda caso subito dopo il termine del periodo dove il responsabile diretto era lui. Il gioco delle tre carte di Orlando porterà ad un società come e peggio di Amia e, soprattutto, ad un servizio indecente. Orlando lo sa e con la scusa di salvare il personale ex Amia e dopo le promesse di risolvere la questione rifiuti scadute oltre un anno e mezzo fa, sta conducendo un'operazione che porterà Palermo ad essere sempre più sporca, con una differenziata da terzo mondo ed a pagare saranno tutti i palermitani e i turisti."