Come si dice bisogna metterci una toppa. Ma non si sa se la toppa vada messa alle casse della RAP l'ex AMIA o alle strade di Palermo. Il comune di Palermo ha infatti appena siglato un accordo con la propria partecipata (RAP) per contare le buche presenti sull'asfalto e sui marciapiedi della città.
Dodici dipendenti andranno in giro per le vie di Palermo muniti di telecamera e macchina fotografica per realizzare l'insolito servizio video-fotografico. Buche sul manto stradale e marciapiedi in-calpestabili. Un servizio fotografico che costerà un milione di euro. Il materiale documentale poi andrà al vaglio degli uffici che decideranno le priorità negli interventi.
Ma siamo sicuri che questa sia la soluzione giusta? I punti di domanda potrebbero essere molteplici.
Ma essenzialmente ci domandiamo perchè questa attività non sia stata ad esempio affidata alle circoscrizioni, munite di tanto di consiglio,presidente e funzionari tecnici, ma sopratutto organi costituiti proprio per controllare e amministrare zone specifiche della città. Ci domandiamo anche che tipo di riparazioni si intendono fare, sopratutto per quello che riguarda il manto stradale. Riparare buche è storicamente una delle cose meno riuscite a Palermo. Riparazioni che durano pochi mesi o che si trasformano in dossi e cunette altrettanto pericolosi, questo è sotto gli occhi di tutti. Anche perchè la riparazione in quanto tale è una "toppa" che si inserisce in un asfalto che dovrebbe essere uniforme e rifatto per intere tratte proprio per evitarne un logorio differenziato e perciò continui "rattoppamenti". Ma ancora questa è la soluzione, pagando un milione di euro, degna di una città moderna e civile? Non vi è un piano organico di interventi per vie, quartieri, strade? La manutenzione non dovrebbe essere centralizzata e controllata periodicamente con un vero e proprio piano generale? A quanto pare no. E a Palermo si passa da una toppa all'altra.