L'unica grande opera pubblica che da qualche anno incide seriamente sull'intero ambito urbano della città Palermo, generando al contempo lavoro unitamente ad importanti trasformazioni strategiche, è il nuovo sitema integrato di metropolitana leggera e tram di superficie che da Punta Raisi al quartiere di Brancaccio, sarà capace di legare finalmente quartieri storicamente congestionati dal velenifero traffico veicolare.
Eppure se è vero che ci stiamo abituando alla strana convivenza con rotaie e cantieri sparsi per la città, noto ancora una volta senza più stupirmi della impreparazione e della totale apatia pianificatrice di questa giunta comunale incapace direbbe Bruno Zevi, di saper vedere"!
Saper vedere cosa?
Io credo le decine di occasioni che stiamo perdendo come comunità.
Le decine di vuoti urbani liberatisi in concomitanza con l'avanzare dei lavori, pronti a divenire parchi, strutture ricettivo-turistiche, in una parola "lavoro"...
Accade per esempio a due passi dai "Mori" di Porta Nuova, difronte il chioscho Santoro in piena Piazza Indipendenza, laddove da quasi dieci anni il comune ha provveduto a far demolire un edificio di fine Ottocento senza immaginare per un'area così preziosa di raccordo tra le quote di Corso Calatafimi e Via Colonna Rotta, un progetto di riqualificazione urbana indispensabile.
Il risultato è che l'area intera si arricchisce ogni giorno di nuova spazzatura lanciata dai soliti barbari impuniti.
Ma di tali aree ne troviamo sparse a decine, lì pronte a divenire nuovi cantieri, sviluppo e lavoro per tutti.
La più interessante, capace di coniugare storia e memoria, futuro e sostenibilità ambientale, resta ai più invisibile ed è il percorso con cui la vecchia linea ferrata, ora traccia della costruenda metropolitana sotterranea, attraversava la città biforcandosi dopo il casello di Corso Olivuzza in direzione della Stazione Lolli e del porto.
Tale percorso che incide profondamente in maniera morfologica e visibile il tessuto abitativo esistente, se ciclo-pedonalizzato, rappresenterebbe l'occasione di legare in chiave turistica con costi molto bassi e finanziabili magari con fondi europei volti alla riqualificazione urbana ( come avviene in tutta Europa) ambiti un tempo uniti dal rumore di quel treno che passava e che i residenti più anziani, con affetto ancora ricordano.
Basterebbe poco, ma se non si è nemmeno in grado di poterle pensare certe occasioni, se non si è all'altezza della Vision che questa città bellissima attende da decenni,
Sindaco e sua giunta comunale fantasma,
cosa ci fate ancora sulle poltrone di quel Palazzo delle Acquile sapientemente dosato dalla mano dell'architetto Giuseppe Damiani Almeyda che vi maledice dall'Olimpo dei protagonisti che fecero di Palermo l'opposto di ciò che "voi"state contribuendo a generare oggi,
e cioè una grande capitale culturale e moderna.
Non avete più alibi,
dopo due anni avete solo dimostrato inabilità e abiura.
Tirate le somme e concedete il necessario ricambio di aria che Palermo non può oltre attendere.