Palermo. C'è l'impegno da parte di Fincantieri a cofinanziare con 35 milioni di euro la realizzazione del bacino di carenaggio galleggiante da 80 mila tonnellate che dovrebbe servire al rilancio produttivo dei Cantieri navali.
E' quanto emerso durante l'incontro, svoltosi in Prefettura, nel capoluogo siciliano, alla presenza del sottosegretartio allo Sviluppo economico, Simona Vicari, tra sindacati, azienda, istituzioni e vertici dell'Autorità portuale.
''Nel corso del tavolo che si terrà il 18 al ministero dello Sviluppo economico - dicono Mimmo Milazzo, segretario Cisl Palermo Trapani, e Salvatore Picciurro, segretario regionale Fim Cisl Sicilia -. Speriamo di ottenere risposte positive dalle istituzioni, è necessario l'impegno di tutti per rilanciare il sito, garantire l'arrivo di commesse e con queste anche la tutela dei livelli occupazionali":
"Auspichiamo, inoltre, - aggiungono - una interlocuzione della Regione siciliana con l'Eni, affinchè sulle commesse riguardanti il settore off shore, si possa tener conto dello stabilimento di Palermo".
Sul bacino da 150 mila tonnellate, l'Autorità portuale ''ha avviato i primi interventi strutturali, che serviranno al consolidamento dell'infrastruttura fondamentale, anche, questa per garantire lo sviluppo di Fincantieri Palermo''.
"A questo punto, al tavolo del 18 settembre a Roma, non potranno esserci più alibi - dice il segretario della Cgil di Palermo, Maurizio Calà -: adesso potranno essere sottoscritti impegni chiari, con date e tempi precisi, per ridare una prospettiva concreta al cantiere palermitano''.
Per quanto riguarda le infrastrutture, la Cgil ha chiesto alle istituzioni e a Fincantieri di stabilire quali bacini di galleggiamento tra quelli in dotazione al Cantiere sono utili e quali no. ''Il bacino da 50 mila tonnellate stava affondando ed è in manutenzione. Le gare in corso per i due bacini non sono andate avanti. E ci sono i lavori al bacino da 150 mila tonnellate fermi dall'82 malgrado i finanziamenti già stanziati. Adesso Fincantieri si è detta disponibile e a cofinanziare un nuovo bacino da 100 mila tonnellate per portare a Palermo le piattaforme petrolifere. Vogliamo sapere a questo punto quali bacini servono e quali opere di manutenzione sono necessarie per utilizzarli''.
La Cgil ha chiesto alle istituzioni una valutazione sui carichi di lavoro, necessari per tamponare lo stato di grave di crisi.
''Il presidente dell'Autorità portuale Bevilacqua e l'assessore alle Attività produttive Vancheri si sono detti disponibili ad aprire una discussione che punti sulla navalmeccanica come dimensione strategica per lo sviluppo della Sicilia. E al Comune - conclude Calà - abbiamo chiesto un impegno preciso per far si' che accanto al Cantiere non sorgano strutture alberghiere. Al sindaco, che ha chiarito che nessun albergo sorgerà nelle vicinanze del cantiere, chiediamo il ritiro della delibera approvata in consiglio comunale''.
Da Vincenzo Comella, segretario della Uilm Sicilia arriva un appello al Governo Crocetta affinchè "crei le condizioni per reperire subito i fondi necessari a garantire un futuro ai circa 470 lavoratori della Fincantieri e di tutto l'Indotto, già in cassa integrazione. Alcuni addirittura per strada. Servono risorse per rilanciare nuovi progetti e garantire occupazione. Siamo favorevoli al nuovo piano, presentato lo scorso 28 luglio e riconfermato oggi della Fincantieri, che intende investire in nuovi progetti come l'offshore - conclude -, ma restiamo ancorati sempre al ruolo tradizionale dell'azienda che si occupa di costruzione, riparazione e trasformazione delle navi".
"Si è trattato - commenta Simona Vicari - di un incontro molto utile. Fincantieri nel corso della riunione ha dato ampie rassicurazioni di voler continuare ad investire e puntare sul sito palermitano. In particolare è emersa la volontà di Fincantieri di realizzare un nuovo e più grande bacino (70-75 mila tonnellate) al posto dei due esistenti (17 mila tonnellate e 52 mila tonnellate) e per i quali la Regione siciliane ha già stanziato i fondi per la ristrutturazione".
"Infatti negli ultimi ultimi mesi il bacino grande ha subito un gravissimo deterioramento al punto da rendere necessarie verifiche per valutare l'utilità dei lavori -continua Vicari-. Da qui la convinzione di sostituire i due bacini con uno nuovo di maggiori dimensioni in grado di supportare la presenza di grandi navi e, soprattutto, la realizzazione di nuovi mezzi off shore destinati al mercato oil & gas, settore nel quale Fincantieri ha di recente acquisito una importante posizione di mercato. Il nuovo bacino potrebbe essere realizzato anche attraverso la progettualità di Fincantieri in project financing e le risorse della Regione siciliana''. ''Si tratta di un progetto che se realizzato cambierebbe le sorti dello sviluppo cantieristico della città di Palermo -continua Vicari-. Il governo vede con favore questa prospettiva ed ora spetta all'Autorità portuale, alla Regione, ed al Comune trovare quelle soluzioni che consentano di realizzare l'opera. Il tavolo di lavoro del 18 settembre agirà in questo senso, ed il governo si adopererà affinchè sia possibile trovare un'intesa nella quale tutti possano rispecchiarsi: governo, istituzioni locali, azienda e sindacati''.