Lo dice il Principe Miskin nell'idiota di Dostoevskij : " la bellezza salverà il mondo!"
Un monito? Una profezia disattesa?
Una speranza forse?
Io credo invece si tratti di una " via plausibile" da dover cominciare a percorrere tutti e insieme, verso un rinnovato patto sociale in direzione del più importante concetto di spirito di comunità!
E già, è in direzione di quel sentire comune infatti, che Vitruvio detto' ai romani le regole canoniche per costruire nuove città "romane" nelle province conquistate, è in eguale direzione che vanno la costruzione delle cattedrali gotiche sparse in tutta Europa, possiede lo stesso respiro la costruzione di ogni edificio pubblico o piazza successivi all'unità di Italia fino a giungere allo scoppio del secondo conflitto mondiale.
Edifici e spazi immaginati per accogliere un fiume di umanità, riconoscibili, costruiti seguendo il gusto del tempo, rispondenti ad esigenze funzionali, solidi e capaci di un continuo e misurato dialogo con l'estetica, intesa come componente necessaria.
Qualcuno descrivendone di volta in volta l'unicità dell'atto creativo dell'autore che ne ha generato le forme, parla di scrigni di bellezza, spingendosi come Bruno Zevi a parlare di estetica sociale a servizio della comunità, immaginando così come la psicologia suggerisce da tempo che un habitat "bello" sappia influire positivamente sulle nostre vite attraverso i meccanismi universali della percezione.
Accade ogni giorno ad ognuno di noi, quando solitari e d immersi nel degrado loro intorno, tra brutti palazzacci e spazzatura, ci accorgiamo di questi gioielli abbandonati al tempo che scorre.
Palermo, ovviamente, non si sottrae a queste dinamiche e nel tentativo di cancellare le tracce del suo glorioso passato, accanisce questo "alzaimer culturale" contro i gioielli del Liberty di Ernesto Basile, permettendo già nel 1959 la distruzione in pochi giorni dello splendore di Villa Deliella a piazza Croci per far posto ad un parcheggio abusivo, la distruzione del Villino Fassini in via Duca della Verdura per far posto a un condominio e continua ancora oggi concedendo al degrado di imperare addosso il suggestivo Stand Florio del tiro al piccione alla colonnella.
Siamo a Romagnolo, a due passi dal Buccheri la Ferla, a centro metri dal recuperato Ex-deposito di Santerasmo, traguardiamo il San Giovanni dei Lebbrosi Siculo-normanno, eppure sindaco e sua giunta fanno finta di nulla, lasciando che l'unico esempio di edificio Liberty deputato allo svago della borghesia illuminata di primo novecento crolli presto su se stesso.
Sembra un castello moresco, orlato da merlature ed intarsiato da preziosi motivi geometrici basiliani, da una parte la strada e lo smog, dall'altra il mare dimenticato e pochi rom.
Qualsiasi paese civile valorizza il proprio patrimonio monumentale, città come Barcelona e Paris ne fanno la propria fortuna economico-turistica.
Noi no! Non Palermo, priva di una governance politica all'altezza.
Non Palermo, incapace di esprimere con continuità la costruzione di una storia millenaria.
Non Palermo, un tempo capitale del gusto europeo e dello Stile Liberty, lo stesso Liberty che mentre il mondo ci invidia, il Comune preferisce abbandonare al degrado.
Degrado non solo reale ma sopratutto culturale.