News Sicilia

Agenzia di Stampa Italpress
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Palermo, è emergenza partecipate. Dipendenti in sciopero e cortei continui

 

La situazione dei servizi di pubblica utilità a Palermo rischia di esplodere nuovamente, anzi è già esplosa. Mezzi del trasporto pubblico in continua manutenzione, linee deflazionate, proteste continue per la raccolta dei rifiuti, cassa integrazione, esuberi di personale che come il gioco delle scatole cinesi, vengono trasferiti da un'azienda all'altra, e chi più ne ha più ne metta... Appena ieri in piazza sono scesi i dipendenti AMAP, l'azienda "dell'acqua", per protestare contro il piano che prevede l'ingresso in azienda di nuove 164 unità da assumere provenienti da Amia Essemme. Per lunedì è prevista la manifestazione dei lavoratori Gesip per la scadenza della cassa integrazione. I sindacati Gesip hanno dichiarato: " 500 euro al mese non li vogliamo meglio il licenziamento". Forse è il caso di rispondere – che licenziamento sia – Non migliore la situazione della RAP ex Amia il cui contratto di servizio con il comune è da definire, società che continua a perdere oltre 1 milione di euro al mese, come accadeva anche alla ex AMIA. Cosa è servito fare la RAP? Anche questo meriterebbe una risposta. Per le municipalizzate del comune è un cane che si morde la coda, gli esuberi vengono trasferiti da un'azienda all'altra creando di fatto altri esuberi, mancano i mezzi, i servizi sono carenti nonostante l'esercito di dipendenti, un circolo vizioso da cui sembra impossibile uscire. Un "male" che la città si trascina da quasi un ventennio e che per mancanza di scelte coraggiose, anche se dolorose, non si è mai riuscito a debellare. La questione è a monte e mai affrontata per quello che è. Se i bilanci delle aziende sono sotto zero per esuberi di personale bisogna essere seri nelle scelte. O si tutela il lavoro o si tutela il lavoratore, che sono cose molto diverse tra di loro. Un esubero danneggia l'intera azienda, perciò tutti i lavoratori, trasportare personale da una realtà produttiva in difficoltà ad una sana, altro non fa che "far ammalare" chi prima stava bene... non può essere questa la soluzione. Si trasferisce un problema da un posto all'altro senza mai provare a cercare una cura definitiva.