Dal fronte comunale una notizia buona e un'altra che ancora non vogliamo definire cattiva senza prima avere ascoltato la versione dell'Amministrazione. Andiamo con ordine. La notizia buona riguarda le nuove tariffe, in vigore da oggi 1 luglio, degli abbonamenti Amat. Risparmi considerevoli che certamente faranno molto piacere ai giovani, ai pensionati e a chi percepisce redditi medio-bassi. L'abbonamento mensile da 48 euro passa a 32 euro, il semestrale da 288 euro a 165 euro, l'annuale da 459,40 euro a 300 euro più l'abbonamento gratis al "car sharing" (possibilità di prenotare e prelevare un'auto, con le insegne car sharing, da postazioni predefinite e riconsegnarla in una qualunque di queste stesse postazioni). Ottime novità, dicevamo, per i giovani fino a 25 anni, indipendentemente dal loro status di studenti. Per loro tutte le linee a 22 euro mensili, 39 euro bimestrali, 55 euro trimestrali, 100 euro semestrali e 180 euro annuale. Sempre possibile, per i giovani, l'abbonamento a quattro linee con un discreto risparmio. Sarà consentito l'abbonamento impersonale, pagando 500 euro per l'annuale invece degli attuali 659,20 euro o 42 euro al mese al posto di 65,50 euro. Tali notizie, in tempo di vacche all'osso, dire magre sarebbe ostentazione di eccessivo ottimismo, devono essere salutate con soddisfazione. Sapendo, però, che a nulla varranno gli sconti se oltre a fare risparmiare chi l'autobus lo prende già il loro scopo è, soprattutto, quello di incentivare l'uso dei mezzi pubblici da parte di chi la propria auto se la porta pure a letto. Perché qui entra in gioco l'efficienza del trasporto pubblico, cioè il numero sufficiente di vetture, la loro puntualità e pulizia, la buona organizzazione delle linee sul territorio cittadino, centro e periferie. Siamo certi che si sta provvedendo. L'altra notizia francamente lascia parecchio perplessi, questo giornale ne dà conto con un articolo specifico. Il Collegio dei Revisori del Comune di Palermo, nominato dalla precedente Amministrazione ormai scaduto, ha dato parere non favorevole al rendiconto 2013. Non accade sovente, è un pronunciamento oggettivamente pesante con eventuali conseguenze altrettanto pesanti. Cos'è in estrema sintesi il rendiconto? E' il bilancio consuntivo, quel documento che certifica le entrate e le spese effettivamente sostenute dalla Giunta, documento che deve essere approvato da Sala delle Lapidi. Bene, sembrerebbe, sorvoliamo su altre censure formulate dai revisori, che i cittadini abbiano pagato più Tares del dovuto, circa 11 milioni di euro. La Tares, lo sappiamo bene, è la tassa sui rifiuti. Se confermata un'ipotesi del genere l'eccedenza dovrebbe essere restituita ai cittadini o servire per fare pagare meno la Tari (così ora si chiama la Tares) 2014. Ovviamente, si può immaginare, si sono scatenate le polemiche e le critiche delle opposizioni in Consiglio comunale. A noi non interessano gli aspetti politici, seppure importanti, della questione. Ci interessa sapere ufficialmente dall'Amministrazione comunale come stanno veramente le cose. E lo vorremmo sapere presto.
Pippo Russo