E' successo oggi pomeriggio a Palermo, intorno alle 17. La donna, una giornalista di trent'anni stava percorrendo la via Marchese di Villabianca. Davanti a lei un'auto Hunday di grossa cilindrata, con a bordo due donne, ferma accanto al cordolo della corsia preferenziale. Le due donne nonostante i ripetuti solleciti col clacson delle auto in coda, continuavano ad intrattenere una conversazione , attraverso il finestrino, con un uomo sul marciapiede antistante. E' a quel punto che la trentenne ha suonato di nuovo clacson e per tutta risposta le due donne hanno iniziato ad insultarla pesantemente, urlandole di scendere dall'auto e minacciandola violentemente. Subito dopo le due donne hanno messo in atto un vero e proprio inseguimento, tamponando la donna ripetutamente e continuano ad inveirle contro. Accostatesi alla sua auto, hanno cercato di aprire lo sportello della donna, sporgendosi dal finestrino, e tutto questo mentre le auto erano in marcia. Arrivati all'altezza di piazza Don Bosco, approfittando del rosso del semaforo, le due donne sulla quarantina, sono scese dall'auto ed hanno iniziato a colpire l'auto della giornalista con calci e pugni, davanti allo sguardo allibito di quanti avevano assistito alla scena fin dall'inizio, dei passanti e di quanti si trovavano in auto in quel momento, fermi al semaforo.
La donna ha così deciso di chiamare il 113. Nel frattempo, scattato il verde, le due signore avendo intuito che al telefono fosse la polizia, sono scappate. Sul posto sono arrivate le volanti e la giornalista ha fornito indicazioni sulle donne, sull'auto e fornito il numero di targa. Adesso la Polizia sta cercando di rintracciarle.
La vittima dell'aggressione invece è qui. E' la sottoscritta, miracolosamente illesa ma ancora parecchio turbata, a raccontarvi quello che può accadere in un giorno di ordinaria follia a Palermo, mentre dopo una lunga giornata di lavoro, stai tornando a casa da tua figlia. A raccontarvi della violenza gratuita, della follia dilagante, dell'aggressività immotivata (apparentemente), di due donne in questo caso, che hanno provato a mandare in frantumi il vetro della mia auto. Sarebbero bastati pochi secondi e non sarei riuscita ad inserire le sicure della mia auto. E non so se adesso sarei stata qui a raccontare quanto successo.
Turbata è l'unica parola che in questo momento si avvicina al mio stato d'animo a causa di queste due donne. Amarezza e profonda tristezza invece è quello che mi provoca il pensiero di tutte quelle persone, che sono rimaste immobili, a guardare la scena. Attonite, preoccupate, che scuotevano la testa, ma chiuse all'interno delle loro auto. Nonostante io fossi sola, preoccupata e frastornata. Storie di questo tipo purtroppo non sono nuove, ci sono uomini che ci hanno rimesso la pelle in seguito ad aggressioni del genere.
Io sono stata fortunata.
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